Le pagelle dei Mondiali di ciclismo 2023. Van der Poel è un dono, Bettiol garibaldino

L’olandese infallibile, Pogacar strepitoso. E complimenti a chi criticava il percorso...

di ANGELO COSTA
6 agosto 2023
Alberto Bettiol

Alberto Bettiol

Glasgow, 6 agosto 2023 – Le pagelle dei Mondiali di ciclismo 2023 che hanno visto a Glasgow il trionfo di Mathieu Van der Poel.

10 a MATHIEU VAN DER POEL. E’ il campione che ti aspetti e puntualmente arriva. Splendido Vdp, che per un Tour intero ha pensato a preparare due appuntamenti: il mondiale su strada e quello di mtb di sabato prossimo. Centra il primo, aggiungendolo a una stagione dove già conta Sanremo, Roubaix e mondiale di cross, più tutto il resto già in bacheca. Regala all’Olanda l’iride 38 anni dopo Zoetemelk, ma avere un fenomeno di questo genere è un dono per l’intero ciclismo.

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9 a TADEJ POGACAR. Meriterebbe la maglia arcobaleno solo per la sua universalità: ovunque si presenti a correre, è protagonista. Cede nel finale all’assalto di Van der Poel, rispetto al quale ha vissuto un altro Tour: l’olandese per allenarsi, lui per conquistare il podio. Se alla fine è un mondiale memorabile è perché ci sono fenomeni così.

7 a WOUT VAN AERT. E’ l’altra faccia della medaglia chiamata Van der Poel: il suo eterno rivale vince, lui si ferma al secondo posto. Ne aggiunge un altro ad una carriera fatta di troppe vittorie mancate, pur essendo puntualmente fra quelli che possono conquistarla: quel centesimo che gli manca per arrivare all’euro sembra non trovarlo mai.

7 a ALBERTO BETTIOL. Da punta unica di una Nazionale che perde Trentin a novanta chilometri dall’arrivo, fa fino in fondo il suo dovere: ci prova. Con quei quattro che ha alle calcagna, partire a 55 chilometri dall’arrivo è una sfida quasi proibita: tentarla è un merito. Interpreta fino in fondo lo spirito garibaldino di una Nazionale che cerca di non aspettare la corsa, sapendo di avere in ogni caso chance minime.

6 a MADS PEDERSEN. Corridore di taglia superiore rispetto a tanti altri, lo dimostra andando al passo del trio di fenomeni. Pecca di generosità a un centinaio di chilometri dall’arrivo, quando spreca energie in attacchi da lontano quando è tra quelli che potrebbe aspettare la volata per giocarsela con i tre che alla fine gli arrivano davanti.

5 a REMCO EVENEPOEL. E’ il grande sconfitto di giornata, insieme alla sua squadra, che non riesce mai ad essere dominante come i suoi componenti lasciano intuire. Subisce la corsa, corre troppo spesso in fondo, fatica a rilanciare la bici: non è lui nemmeno quando prova a illudere di esserlo, con una serie di attacchi a sessanta dall’arrivo subito spenti dai rivali. Onora la maglia fino in fondo: l’unica nota buona della sua giornata.

4 a CHI CRITICAVA IL PERCORSO. A sentir Voeckler, ct francese che in bici era noto soprattutto per le smorfie in favore di telecamera, era un tracciato da kermesse. Vedendo davanti i migliori al mondo e lo straordinario spettacolo che hanno regalato, bisognerebbe fare un caloroso applauso: a lui e a chi si è accodato al suo giudizio.

2 ai MANIFESTANTI. Alla collezione di azioni di disturbo mancava un grosso evento di ciclismo: missione compiuta. Incollandosi all’asfalto, tengono la corsa bloccata per quasi un’ora fra Edimburgo e Glasgow: visto il ritmo pazzesco di gara, l’unico vero momento di relax della giornata.

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