Le pagelle della sesta tappa del Giro d’Italia: colpaccio Sanchez. L’Ineos fa troppo poco

Primo successo in un grande giro per lo spagnolo. Alaphilippe non è più lui, Pogacar lascia fare agli altri

di ANGELO COSTA -
9 maggio 2024
Pelayo Sanchez celebra la vittoria della tappa

Pelayo Sanchez celebra la vittoria della tappa

Rapolano Terme, 9 maggio 2024 – Pelayo Sanchez ha vinto la sesta tappa del Giro d’Italia: sul traguardo di Rapolano Terme lo spagnolo ha battuto in volata il francese Julian Alaphilippe. Ecco le pagelle.

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Le pagelle

10 a PELAYO SANCHEZ. Mica facile arrivare a giocarsi una tappa dal finale all’insù con Alaphilippe. E’ lì che lo spagnolo da’ il meglio di sè, mostrando freddezza e sicurezza. Secondo centro stagionale, il primo in un grande giro per questo ragazzo di 24 anni che tiene alta la bandiera del suo Paese, al Giro con appena cinque corridori.

8 a LUKE PLAPP. E’ tra i promotori della fuga, è uno dei tre che va a giocarsi la tappa. E’ anche maglia rosa virtuale per qualche chilometro, ma alla fine accusa la fatica e non può dire la sua. La generosità non lo premia, ma a 23 anni avrà altre occasioni non solo per rifarsi, ma per dimostrare di che pasta è fatto.

7 a ANDREA PICCOLO. E’ il primo a dar battaglia, fin dal via, è anche quello che nel finale si avvicina di più al terzetto in fuga. Chiude al quarto posto, risultato che non rispecchia il suo coraggio, ma gli regala una bella dose di fiducia in vista di altre tappe dove attaccare da lontano si rivelerà la strategia giusta.

7 a TADEJ POGACAR. Tutti a dire che avrebbe attaccato, che avrebbe fatto il vuoto sullo sterrato, che avrebbe cominciato a fare danni nel primo di tre giorni importanti. E invece. Taddeo se ne sta buono e accucciato, neppure preoccupato di poter perdere la maglia: tanto, il giorno dopo, c’è la crono…

6 a JULIAN ALAPHILIPPE. Manca sul più bello, laddove fino a pochi anni fa avrebbe fatto il vuoto. Fa tutto bene, sia quando c’è da aiutare, che quando c’è da tirare un attimo il fiato, quel che gli manca sono le gambe che l’hanno portato in cima al mondo e che in coda a una tappa così un tempo l’avrebbero premiato.

5 alla INEOS. Quando il gioco comincia a farsi duro, lo squadrone britannico inizia a giocare. Lo fa sullo sterrato, riportando la fuga a dimensioni contenute, non si capisce se per provare a vincere la tappa oppure per difendere le posizioni in classifica: comunque sia, massimo sforzo per il minimo risultato.

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