Pagelle tappa 19 Tour de France 2023: Mohoric perfetto, Trentin e Bettiol lanciano segnali

Asgreen bocciato solo al fotosinish. Van der Poel continua a far pensare che stia pensando solo al Mondiale

di ANGELO COSTA
21 luglio 2023
Matej Mohoric in lacrime dopo la vittoria

Matej Mohoric in lacrime dopo la vittoria

10 al TOUR. A due giorni da Parigi, dopo quasi tre settimane a ritmi infernali, tira fuori la tappa con la media più alta (oltre 49 orari) su un tracciato senza pianura. Animata da una fuga dove entrano nomi come Van der Poel, Alaphilippe, Pedersen, gli stessi Mohoric e Asgreen che in carriera hanno vinto grandi classiche. Serve altro?

10 a MATEJ MOHORIC. In una giornata per corridori di un certo peso, bravi a spingere e a rilanciare, si muove sempre con i tempi giusti: quando entra nella fuga, quando allunga il passo con Asgreen e O’ Connor a trenta dal traguardo, quando decolla allo sprint che chiude con un perfetto colpo di reni. Al fotofinish centra il suo terzo successo al Tour, il terzo per la Bahrain che corre nel nome dello scomparso Mader: Lassù il buon Gino sarà contento di avere amici così.

10 a KASPER ASGREEN. Se vinci il giorno prima, magari te la prendi comoda. Non vale per questo danese, che appartiene alla categoria ‘finché c’è strada, c’è speranza’: altra fuga, stavolta in terzetto e non in quartetto, altro sprint, stavolta bocciato solo dal fotofinish. Di tutti i modi che aveva per salutare il Tour, ha comunque scelto il migliore.

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9 a BEN O’ CONNOR. Leader della squadra col dichiarato compito di riscattare il Tour di un anno fa, lasciato a metà per un infortunio, l’australiano strada facendo si ricicla in altri ruoli, dimostrando di essere un corridore intelligente: prima aiutante fondamentale per il successo del compagno Gall nel tappone di Courchevel, poi attaccante di qualità in questa tappa. Ha una sfortuna sola: nel finale resta con due vecchie volpi, più veloci di lui allo sprint, e per quanto faccia tutto bene, non può evitare di finire alle loro spalle.

7 a TRENTIN e BETTIOL. Mandano un segnale di vitalità in chiave mondiale, dove saranno fra gli uomini di punta della nostra Nazionale. Entrano in una fuga d’alto rango insieme all’altro azzurro Oss, sono quelli che a una ventina di chilometri dall’arrivo lanciano l’ultima rincorsa ai tre davanti, chiudono comunque nella top ten. Per un’Italia che in Francia continua a digiunare (83 tappe senza gioia) meglio poco che niente.

5 a MATHIEU VAN DER POEL. Tappa modello classica, adattissima a lui: puntuale, l’olandesone si presenta. Accanto ha il compagno Philipsen, che in volata fin qui ha sempre vinto: condizionato o meno che sia da questa presenza, non dà mai l’idea di poter cercare l’azione personale. Continua invece a regalare un’impressione: tutto quel che sta facendo sulle strade francesi è finalizzato al mondiale del 6 agosto in Scozia.

4 alla GIURIA. Nella tappa di giovedì va a esaminare al Var il comportamento di Philipsen, che come fece a suo tempo Armstrong col nostro Simeoni prova a ‘convincere’ Eenkhoorn a non entrare sui tre in fuga per aiutarli, in modo che si arrivi allo sprint, come lui desidera. Dopo aver visto le immagini, i giudici ritengono che non ci siano i presupposti per sanzionare Philipsen: tutto regolare. Regolare?

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