Pagelle tappa 8 Giro d’Italia 2023: brilla il talento di Healy. Il peccato di gioventù di Evenepoel
Il primo attacco vero è di Roglic che si merita 9. Zanna si conferma buono per tutto
Fossombrone (Pesaro e Urbino), 13 maggio 2023 - Dopo l'impresa di Davide Bais a Campo Imperatore, questa volta è toccato a Ben Healy prendersi il voto più alto di giornata. Queste le pagelle della tappa 8 del Giro d'Italia 2023.
10 a BEN HEALY. Terza vittoria stagionale (su tre) in Italia per il talento irlandese, la più importante dopo Coppi e Bartali e Gp di Larciano. Uomo da grandi classiche (secondo all’Amstel, quarto alla Liegi), conferma la sua stoffa, vincendo la tappa come fosse una classica del Nord. Soprattutto conferma che la classe 2000 non ha bisogno di tempo per crescere: è già grande.
9 a PRIMOZ ROGLIC. Regala al Giro il primo attacco vero, dimostrando che tentare si può. Mette personalità, forma e anche la serenità di chi sa che i grandi giri si vincono tutti i giorni e non solo nell’ultima settimana: un bel segnale di fiducia che può aiutarlo anche nella crono.
8 alla COPPIA INEOS. Senza affannarsi, con grande tranquillità, Thomas e Geoghegan Hart si accodano a Roglic, dimostrando che giocare in coppia è davvero la loro arma, come hanno fatto sapere alla vigilia. Tre chilometri di salita sono nulla in un Giro come questo, ma sono abbastanza per capire che esperienza e classe aiutano a vincere.
8 a FILIPPO ZANA. Deve accontentarsi del terzo posto, ma conferma di esser buono per tutto: aiutare i compagni, come ha fatto con successo a Melfi con Matthews, o recitare in prima persona, come fa a Fossombrone, dove deve arrendersi a un talento di taglia superiore.
7 a DAMIANO CARUSO. Come Thomas è di quelli che ha nell’esperienza un’arma in più. Chiude nei primi dieci la prima settimana di un Giro che può sorridergli dalla metà in poi: viaggiando a fari spenti può diventare una sorpresa il giorno in cui deciderà di accendere anche lui le luci.
6 a JOAO ALMEIDA. L’uomo invisibile, di cui nessuno sembra tener conto, è sempre lì, con la sua tenacia e la sua sostanza: arriva con Evenepoel, senza fare la stessa fatica del campione iridato.
5 a REMCO EVENEPOEL. Si fa ingolosire quando Roglic lo attacca, provando a riprenderlo: un peccato di gioventù che gli costa 14 secondi. Ha subito l’occasione per rifarsi nella crono, ma intanto i suoi avversari hanno cominciato a spiegargli che, se proprio vuole il Giro, dovrà sudarselo fino in fondo.
2 all’UCI. Con tutti i problemi che ci sono, la Federazione mondiale trova il tempo per redarguire i team che hanno noleggiato un elicottero per far scendere i loro corridori dal freddo del Gran Sasso. Esilarante la motivazione: violato il principio di equità sportiva. Premio Zelig.
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