"Roubaix, la sfida più bella: o la ami, o la odi"

Colbrelli ne ha corsa solo una, fu un trionfo. Poi il ritiro per i problemi al cuore: "Van der Poel è favorito, ma Milan può essere la sorpresa"

di ANGELO COSTA -
6 aprile 2024
L'arrivo di Sonny Colbrelli alla Roubaix del 2021

L'arrivo di Sonny Colbrelli alla Roubaix del 2021

Roma, 6 aprile 2024 – "So poco della Parigi-Roubaix, in fondo ne ho corsa soltanto una…", scherza Sonny Colbrelli. Vero, ma l’unica disputata il bresciano l’ha anche vinta, prima che il suo cuore ballerino pochi mesi dopo lo costringesse a installare un defrebrillatore e, di conseguenza, a lasciare il ciclismo a soli 31 anni.

Due giorni fa, l’ex campione d’Italia e d’Europa è tornato sul luogo del successo in veste di tecnico della Bahrain, rivivendo quella giornata trionfale e storica (l’edizione 2021 è stata l’unica disputata in ottobre, causa pandemia), l’ultima del nostro ciclismo in una classica monumento.

Colbrelli, cos’è la Roubaix?

"Una corsa che ami o che odi, non c’è via di mezzo. Bella da vedere in poltrona, massacrante da correre, fisicamente e mentalmente: devi stare attento continuamente a cosa fai e dove metti la ruota, per evitare forature e cadute".

Anche il tracciato è unico.

"Nella ricognizione di pochi giorni fa avevo in ammiraglia il medico del team, al debutto in questa corsa: non c’è stato tratto in cui non mi abbia chiesto ‘ma i corridori passano da qui?’".

La ricetta per vincerla?

"Gambe ovviamente, abilità di guida, ma soprattutto fortuna: conta sempre, qui di più".

Come l’ha vinta lei due anni e mezzo fa?

"Non ponendomi l’obiettivo di vincerla a tutti i costi. L’ho presa con leggerezza e serenità, non dico sottogamba, ma senza stress: era la mia prima volta, mi andava bene tutto".

Andò tutto benissimo: oltre a esser l’ultimo italiano ad aver vinto una grande classica, è anche quello che ha battuto Van der Poel (terzo nello sprint a tre dietro l’azzurro e il belga Veermersch in un podio tutto di esordienti sul pavè francese, ndr). Come ci si riesce?

"Provandoci: anche lui può sbagliare. Di recente l’ha dimostrato Pedersen alla Gand-Wevelgem: se arrivi a giocartela con Vdp, non bisogna abbassare la velocità prima di lanciare lo sprint, altrimenti ti castiga. In ogni caso, stiamo parlando di un campione di livello stellare".

Van der Poel strafavorito domani: chi può sorprenderlo?

"Dei nostri dico Jonathan Milan. Poi ci sono Philipsen e Pedersen: per me se la giocano questi quattro".

Quest’anno c’è la novità della chicane per rallentare l’ingresso nella foresta di Arenberg: Van der Poel ha polemicamente chiesto se è uno scherzo, lei come la trova?

"Pericolosa, perché per come è disegnata (ad angolo acuto, ndr) i rischi anziché calare aumenteranno: tutti faranno la volata per esser davanti in quel punto strettissimo. Sono curioso di vedere le ammiraglie far manovra lì…".

Sognava da bambino di vincere la Roubaix: dopo averla vinta, la sogna ancora?

"Certe notti mi capita di vivere quel giorno meraviglioso, di avere ancora quelle sensazioni. Quando sono tornato sul percorso in questi giorni, mi sono ricordato tutto metro per metro: dove sono scattato, dove ho mangiato, dove ho rischiato di cadere…".

Colbrelli, perché domani bisogna sedersi in poltrona a guardare la Parigi-Roubaix?

"Perché è la corsa più affascinante del mondo, quella con più colpi di scena di ogni altra".

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