Tirreno-Adriatico 2024, scoppia la polemica sui nuovi caschi della Visma-Lease a Bike

La squadra olandese si presenta al via della crono inaugurale con un dispositivo dall'aspetto bizzarro: vincono sicurezza e aerodinamica, ma perde l'estetica

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
4 marzo 2024
La Visma-Lease a Bike (Ansa)

La Visma-Lease a Bike (Ansa)

Camaiore, 4 marzo 2024 – La Tirreno-Adriatico 2024 si è aperta con il successo di Juan Ayuso, che ha beffato Filippo Ganna, il grande favorito di giornata, per appena 1'': un'inezia che però diventa importante in un ciclismo in cui i dettagli fanno sempre più la differenza, come emerso anche dai caschi a dir poco 'particolari' esibiti durante la cronometro di apertura della 59esima edizione della Corsa dei due Mari.

I dettagli

A spiccare su tutte le altre squadre come sempre è la Visma-Lease a Bike, che nel giro di poco tempo sarebbe diventata il maggiore bersaglio di critiche e osservazioni piuttosto aspri tra popolo degli appassionati, che hanno usato i social per esprimere il proprio dissenso, e anche addetti ai lavori, magari ancora legati a un ciclismo meno tecnologico e più romantico. Il nuovo casco si presenta con una sorta di punta verso l'alto e una visiera molto più ampia che va via rapidamente grazie a un sistema magnetico: un mix creato per migliorare le performance dell'aerodinamica, ammiccando anche al mondo della Formula 1, e anche per aumentare il campo visivo dei corridori per tutelare la loro sicurezza, una questione tornata in voga nelle cronometro in particolare dopo il grave incidente che coinvolse Stefan Kung durante l'Europeo 2023. Tornando all'aspetto sportivo, l'obiettivo inseguito anche grazie a importanti studi in galleria del vento è creare una sorta di blocco compatto tra spalle e testa: in gergo si parla di 'effetto scudo' contro il vento, il principale avversario dei ciclisti durante le prove contro il tempo. Insomma, tanti buoni propositi che però non hanno impedito ai nuovi caschi, sulla testa di corridori molto attesi come Jonas Vingegaard, Cian Uijtdebroeks e Ben Tulett, di finire nel mirino di tutti. Anche di chi in bici ci corre tuttora e di chi lo ha fatto fino a poco tempo fa. Il primo è il caso di Thomas De Gendt, lo specialista per eccellenza delle fughe che tramite un post su X, come suo solito tra il serio e il faceto, non le ha mandate a dire: "Non dirò che i nuovi caschi da cronometro siano brutti: dirò solo che è arrivato il momento di fermare il ciclismo". Anche Sam Welsford ha commentato la novità a mezzo social con un eloquente messaggio, corredato da una foto del casco in questione: "Ho smesso". Nel secondo novero rientra Daniel Lloyd, oggi commentatore tv: "Cara UCI, mai avrei pensato di dirlo, ma voglia che tu vieti 'qualcosa', oltre ad assumere un direttore estetico che possa salvare questo sport". L'altra campana suona a festa in casa Visma-Lease a Bike tramite le parole di Paul Martens, responsabile dell'abbigliamento tecnico e a sua volta ex ciclista, che ai microfoni Rai ha spiegato le caratteristiche tecniche del nuovo attrezzo. "Dall'aspetto si può già notare quanto sia più aerodinamico: crediamo che una soluzione del genere sia uno strumento importante per tutti i ciclisti". Ecco, a giudicare dai primi feedback raccolti, tutti probabilmente proprio no.

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