Tour, le pagelle della seconda tappa. Capolavoro di Lafay, male Pinot

Lafay coglie l'attimo, Pogacar dà spettacolo sempre, Ciccone al passo dei big

di ANGELO COSTA
2 luglio 2023
L'arrivo della seconda tappa del Tour 2023

L'arrivo della seconda tappa del Tour 2023

Victor Lafay ha vinto oggi la seconda tappa del Tour de France 2023, la Vitoria Gasteiz-San Sebastian, di 209 chilometri. Il francese del team Cofidis, scattato a mille metri circa dal traguardo, si è imposto in volata davanti al belga Wout Van Aert (team Jumbo-Visma), secondo, e allo sloveno Tadej Pogacar (Uae Team Emirates), terzo. La maglia gialla di leader della corsa è rimasta sulle spalle del britannico Adam Yates (Uae Team Emirates), vincitore ieri della prima frazione. Ecco le pagelle della seconda tappa

10 a VICTOR LAFAY. Non ha contratto per il prossimo anno, il Tour è la sua grande ribalta e la sfrutta nel modo migliore: nella fuga che raduna il meglio della corsa, è il più lesto a coglier l’attimo, con una fucilata all’ultimo chilometro che stende grandi e meno grandi. Quarta vittoria in carriera, seconda in una grande corsa a tappe dopo quella al Giro di due anni fa: forse un occhio il francese lo merita. 9 a TADEJ POGACAR. L’Alto de Jaizkibel non è la montagna chiave del Tour, ma lui corre come se lo fosse: piazza la squadra davanti a guardarsi in cagnesco con l’armata Jumbo, poi finisce il lavoro andando a prendersi il bonus di otto secondi davanti a Vingegaard, che ne riceve cinque. Completa l’opera col terzo posto finale e un altro abbuono, che porta a 7 il guadagno di secondi sul rivale danese. Si spreme troppo? E’ fatto così, per questo diverte. 8 a JONAS VINGEGAARD. Sta incollato a Pogacar come la carta moschicida, ma anche senza tradire la minima fatica. Rispetta i compiti di squadra, mettendosi a disposizione di Van Aert per il finale: per questo, quando Pogacar lo invita ad andarsene in coppia dopo aver fatto il vuoto con lo sprint sullo Jaizkibel, oppone un secco no. Corre senza spremersi, limitandosi a far lavorare la squadra. E che squadra…

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7 a GIULIO CICCONE. Bene il primo giorno, benissimo il secondo. Sarà anche al Tour per cercare un successo di giornata e dare una mano al talento Skjelmose, intanto risale in classifica: ci riesce viaggiando al passo dei più forti su tutte le salite, compreso lo Jaizkibel dove è quarto alle spalle dei due fenomeni che si litigano i bonus. Profilo basso e grande serenità, chissà che non siano le armi giuste per inventarsi un Tour da protagonista. 6,5 a ALBERTO BETTIOL. Nel giorno in cui il compagno Powless si inventa una fuga di 180 chilometri per la maglia a pois e magari per la tappa, entra in scena nel finale, senza sbagliare nulla: va di passo svelto in salita, resta nel gruppo dei migliori, poi in volata gli manca il guizzo per provare a dire la sua. 6 a WOUT VAN AERT. Butta via una vittoria che sembrava scritta, dopo un finale in cui si spreme parecchio per riprendere chi lo attacca: ci riesce con tutti tranne che con Lafay, chiudendo per l’ennesima volta al secondo posto. Ci sta il gesto di stizza, ma a consolarlo è il fatto di esser sempre lì, pronto a fare centro, a differenza di altri, vedi l’eterno rivale Van der Poel, che invece spariscono dai radar nel momento chiave.

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5 a BEN O’ CONNOR. Perde ancora terreno, stavolta per colpa di una caduta che lo rallenta nel finale. Non è certo iniziato bene il Tour di questo australiano atteso soprattutto sulle salite più dure: vero che la corsa per il podio comincerà lassù, ma presentarsi con un fardello di distacco sulle gambe non aiuta di sicuro. 5 a THIBAUT PINOT. All’ultimo Tour, il francese va subito incontro a una giornata storta: quasi due minuti e mezzo di ritardo su strade che conosce benissimo, per averle frequentate spesso con la classica di San Sebastian. A meno che non si tratti di una scelta tattica per cominciare a uscire di classifica: l’ideale per avere strada libera quando andrà a caccia di una tappa di montagna per sigillare la carriera.

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