Tour de France 2023, le pagelle della dodicesima tappa
Izagirre perfetto, Van der Poel e Alaphilippe un po' meno in un'altra tappa champagne
Roma, 13 luglio 2023 - Ion Izagirre ha vinto la dodicesima tappa del Tour de France 2023, la Roanne - Belleville-en-Beaujolais di 169 chilometri. Il corridore basco è arrivato solo al traguardo dopo aver trovato lo spunto decisivo a circa 30 chilometri dal traguardo. Izagirre ha anticipato il gruppetto guidato da Thibaut Pinot, con Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) che ha vinto la volata per il secondo posto su Matteo Jorgenson (Movistar Team). Jonas Vingegaard - arrivato a 4'14" - resta leader della corsa a 17" da Tadej Pogacar (UAE Team Emirates).
10 a ION IZAGIRRE
Come il conterraneo Bilbao due giorni prima, si prende una tappa che assomiglia a una classica del Nord. Come Bilbao, non sbaglia nulla: azzecca sia la fuga buona che il momento giusto per salutare la compagnia. A 34 anni, con tappe vinte in tutti i grandi giri, il basco conferma che in giornate così non conta solo aver le gambe, ma pure l’esperienza.
9 a MATTEO JORGENSON
Sfortunato sul Puy de Dome, dove ha visto la sua fuga solitaria svanire nell’ultimo chilometro, ci riprova in un’altra tappa bella e esigente, di quelle per gambe e cuori forti. Arriva ancora a un passo dal successo, ma conferma di esser sulla strada giusta per fare prima o poi il colpo grosso. 7 a THIBAUT PINOT
Gli manca qualcosa per completare l’opera, ma è bravo sia ad infilarsi nella fuga che a migliorare la sua classifica, dove risale fino al decimo posto. All’ultimo Tour, comincia a dimostrare di voler lasciare un bel ricordo: adesso che arrivano le Alpi, le occasioni non gli mancano. 7 a GUILLAUME MARTIN
Lavora benissimo in una giornata in cui si ritrova davanti con Ion Izagirre, del quale indossa la stessa maglia: lavora per il compagno, ma anche per se stesso, perché restando lì migliora decisamente la sua classifica, guadagnando cinque posizioni fino al tredicesimo posto. 6 a GIULIO CICCONE
Non si può certo dire che stavolta sonnecchi, perché a scappare ci prova a più riprese: lo fa con nomi illustri come Alaphilippe e Van der Poel, lo fa con attaccanti abituali come Neilands e Jorgenson, ma in una corsa che non ti fa sconti paga pegno. Non si può nemmeno dire che sia fortunato: poco dopo metà gara cade in salita, picchiando la spalla, e aggiunge una ventina di minuti di ritardo a una classifica che ora gli consente di andare ancora all’attacco senza problemi. 5 alle GRANDI FIRME
Non mancano nemmeno in questa giornata i nomi noti che danno spettacolo buttandosi all’attacco: Van der Poel è tra i più insistenti e alla fine in fuga ci va, Alaphilippe si riaggancia strada facendo. Nè l’uno né l’altro riescono a portare a casa il risultato, segno che in questa corsa conta la nobiltà, ma soprattutto avere gambe forti. 0 alla NOIA
Vigilia di tre giorni sulle Alpi, la scusa buona per passare una giornata tranquilla. E invece: prime due ore a 48 di media, quasi ottanta chilometri prima di veder decollare la fuga buona, media finale che sfiora i 44 orari su un tracciato con oltre tremila metri di dislivello. Poi ti chiedi perché il Tour è considerata la corsa più bella del mondo…
Continua a leggere tutte le notizie di sport su