Tour de France 2023, le pagelle della tredicesima tappa

Kwiatkowski da applausi, Pogacar rimedia agli errori della squadra. Vingegaard attento, Francia e Italia piangono assieme

di ANGELO COSTA
14 luglio 2023
Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard

Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard

Roma, 14 luglio 2023 - Sul Grand Colombier è Michal Kwiatkowski (Ineos Grenadiers) a stacare e vincere. Nella 13esima tappa del Tour de France, la Chatillon sur Chalaronne-Grand Colombier, di 137,8 chilometri il polacco ha preceduto di 47 secondi Maxim Van Gils e di 50" Tadej Pogacar, che con uno scatto nel finale ha staccato la maglia gialla Jonas Vingegaard, giunto quarto, e ha guadagnato con l'abbuono una manciata di secondi sul rivale.

Le pagelle di Angelo Costa:

10 a MICHAL KWIATKOWSKI

Lasciando i panni di gregario di lusso, mostra che razza di campione sia: a dodici chilometri dalla cima decide che è giorno d’impresa e la realizza. Infilandosi nei venti che a 52 orari prendono il largo, manda in tilt il piano della Uae, vincere la tappa. Se la prende lui, con la classe di un consumato protagonista che in bacheca ha un mondiale, due Amstel, due Strade Bianche, una Sanremo, due Tirreno-Adriatico e adesso due tappe al Tour: la prima nel 2020 per gentile concessione del compagno Carapaz, questa interamente sua. 9 a MAXIM VAN GILS

Belga, 23 anni, già vincitore di un Saudi Tour, resta lì davanti fino all’ultimo in una tappa dura, per velocità e caldo, oltre che per disegno. Studia da protagonista, seguendo buoni esempi, e un po’ fa rabbia pensare che atleti di questa qualità stiano nascendo in altri Paesi e non a casa nostra. 8 a TADEJ POGACAR

Con uno scatto infinito nei 500 metri finali si prende abbuono e spiccioli di vantaggio su Vingegaard, rimediando a una giornata che in cuor suo (e soprattutto in quello della squadra, sorpresa dalla fuga) avrebbe dovuto esser diversa. Rosicchia rosicchia, il minutino incassato dal danese sui Pirenei si è ridotto a 9 secondi: fra volatine e piccoli distacchi, lo sloveno è una goccia che cade regolarmente sulla testa del rivale. 7,5 a JONAS VINGEGAARD

Corre talmente incollato a Pogacar che lo seguirebbe anche in bagno. Semplice il motivo: pensava che una giornata così fosse più adatta all’avversario, per questo pedala sulla difensiva. Ha lo svantaggio di pagare la fiammata finale dello sloveno, ha il vantaggio di non aver appesantito le gambe dei compagni: cercherà di sfruttarlo nel secondo tappone alpino, che con cinque colli da scalare è di quelli che gli piacciono di più. 7 a TOM PIDCOCK

Mentre il suo compagno Kwiatkowski trasforma in trionfo la sua ora d’aria, lui viaggia al passo dei primi due in classifica, senza mollare la posizione, né al traguardo e nemmeno in classifica. Sta correndo un Tour da studente modello, puntando a fare il salto di qualità per arrivare un giorno a giocarselo, ma gli esami non finiscono qui: ne arriva subito uno che gli può cambiare il destino. 4 alla FRANCIA

Bardet, Pinot e Martin cominciano a scivolare indietro quando l’arrivo è ancora lontano, Gaudu si difende un pelo meglio, ma quasi nessuno se ne accorge. Nel giorno della festa nazionale, la festa ai francesi la fanno gli altri. 77 all’ITALIA

E’ un giorno a suo modo storico, perché il nostro digiuno al Tour tocca il limite di quarant’anni fa: 77 tappe senza successi. Allora ci pensò Riccardo Magrini, oggi brillante commentatore Eurosport, a interrompere l’astinenza, purtroppo oggi all’orizzonte, con un tappone alpino da percorrere, non si vede chi possa evitare il peggio, vale a dire il primato negativo. 0 alla SICUREZZA

Oltre che una salita, il Grand Colombier assomiglia a uno stadio all’aria aperta. Non manca nulla: migliaia di tifosi, cori, canti, purtroppo anche fumogeni che tolgono visibilità a chi fatica e bandiere che rischiano di buttare in terra i corridori. Sono passati cinque anni dalla caduta provocata da un tifoso che costò a Nibali il Tour, eppure sembra ieri: di passi avanti per proteggere gli atleti, gli amici francesi non ne hanno fatti.  

Continua a leggere tutte le notizie di sport su