Tour de France 2023, le pagelle della tappa 14: Rodriguez da 10. Vingegaard meglio di Pogacar

Lo spagnolo della Ineos Grenadiers si è imposto approfittando del lungo duello tra la maglia gialla e il suo rivale

di ANGELO COSTA
15 luglio 2023
Carlos Rodriguez

Carlos Rodriguez

Morzine Les Portes du Soleil (Francia), 15 luglio 2023, Lo spagnolo Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) ha vinto la 14esima tappa del Tour de France, la Annemasse-Morzine Les Portes du Soleil. Rodriguez ha approfittato del lungo duello tra la maglia gialla Jonas Vingegaard e il suo rivale Tadej Pogacar per andare da solo al traguardo, mentre lo sloveno dopo aver tentato vari attacchi ha conquistato in volata il secondo posto davanti al danese, che ora lo precede di 10 secondi in classifica.

Le pagelle

10 a CARLOS RODRIGUEZ. A 22 anni conquista la prima vittoria al Tour, confermando di avere talento e qualità. Non una vittoria come le altre: ci mette testa e gambe, perché sullo Joux Plane non affonda e in discesa è lesto a buttarsi prendendo in contropiede i duellanti per la maglia gialla. Debuttante nella corsa francese, sale al terzo posto in classifica regalando la seconda vittoria consecutiva alla Ineos, team che a fine anno lascerà: un modo elegante per farsi rimpiangere.

10 ai GREGARI. D’accordo Pogacar e Vingegaard, ma che dire di chi li scorta? Van Aert fa un numero d’alta scuola, risalendo il gruppo dei migliori in salita (e che salita) dopo essersi fermato a lavoro finito, Kuss conferma di essere più bravo di tanti che in altre squadre sono strapagati per fare i capitani, Majka è esemplare nel preparare la strada a Pogacar, Adam Yates si mantiene nei primi cinque in classifica dopo aver aiutato la squadra. Se questi faticano per gli altri, ti spieghi perché il livello del Tour è così alto.

9 a JONAS VINGEGAARD. Quando capisce che il ritmo dei suoi non ha logorato Pogacar, si mette sulla difensiva: quando il rivale attacca lo tiene sotto controllo, poi gli soffia l’abbuono in cima al Joux Plane. Non perde mai lucidità e alla fine trasforma una giornata che si era messa male in un passetto avanti, per quanto minimo, nel suo vantaggio in classifica.

7 a TADEJ POGACAR. Per uno che va come una moto è il colmo esser frenato da una moto, come gli succede in cima al Joux Plane. Ma al di là dell’episodio, non è esemplare in corsa: attacca da molto lontano e insiste nonostante Vingegaard non dia segni di cedimento, poi perde la volantina per gli abbuoni, infine si lascia scappare Rodriguez e con lui una possibile vittoria. I dieci secondi che lo separano dalla maglia gialla non sono niente, ma in una tappa così assomigliano a un’eternità.

6 a JAI HINDLEY. Barcolla, ma non molla. Va in difficoltà quando alla vetta dell’ultima salita mancano cinque chilometri, è bravo ad amministrare le forze e così non sprofonda. Dalla sua giornata dura esce perdendo il podio, che resta però a un secondo: se è stato solo un episodio, ha strada per rialzarsi in fretta.

4 a TOM PIDCOCK. Fallisce l’esame di maturità, cominciando a scivolare indietro già sulla penultima salita e continuando a farlo da lì all’arrivo. Incassa quasi 9 minuti di ritardo, esce dai primi dieci dopo aver sognato un posto nei cinque: è la dura legge dei grandi giri, al Tour ancora più severa che negli altri.

0 alle MOTO. Tour da applaudire quando, a inizio tappa, l’organizzatore neutralizza la corsa per consentire di soccorrere chi è rimasto coinvolto in una caduta di gruppo. Tour da rivedere in cima allo Joux Plane, quando le moto della tv fanno da tappo al tentativo di volata di Pogacar e a quello di Rodriguez di riagganciare chi è al comando. Che la storia si ripeta non consola: dopo una giornata elettrizzante, che i piloti si addormentino non è un bel segnale.

78 all’ITALIA. Era prevedibile, adesso è ufficiale: 78 tappe al Tour senza vittorie azzurre, col rischio di peggiorare ulteriormente. Non è il nostro momento, non resta che attendere tempi (e corridori) migliori.

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