Trofeo Alfredo Binda 2024, la protesta di Chapman: "Strade aperte al traffico durante la corsa"

La denuncia dell'australiana ("Solo le prime hanno corso in piena sicurezza") prontamente smentita dall'organizzazione: "C'erano le condizioni di sicurezza"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
19 marzo 2024
Brodie Chapman (Ansa)

Brodie Chapman (Ansa)

Roma, 19 marzo 2024 – Il Trofeo Alfredo Binda 2024 si è concluso e ha premiato Elisa Balsamo, che in volata ha liquidato la competizione mai banale di Lotte Kopecky dopo una corsa molto spettacolare. Tutto è filato liscio, ma non per Brodie Chapman, che tramite i propri canali social ha denunciato un 'disservizio' non da poco.

I dettagli

"In una corsa di livello World Tour le cicliste che non erano nel gruppo di testa ma in quello successivo, con qualche minuto di ritardo, hanno dovuto fare i conti con il traffico riaperto: macchine in movimento, semafori e rotonde piene. Ovviamente siamo state costrette a fermarci, ma per la direzione di gara risulta che non abbiamo concluso la corsa". L'atleta australiana prosegue nella sua denuncia. "I piani alti della corsa ci hanno detto che consideravano soltanto coloro che potevano racimolare punti UCI, fermando chi come me non poteva rientrare sulla testa della corsa. Quindi mi chiedo: soltanto chi è al comando ha diritto a terminare la corsa? E coloro che hanno lavorato sodo (usa un termine più colorito, ndr) per contribuire al risultato? Immagino che non saranno state neanche riprese dalla TV. In conclusione, mi piace la corsa ma non rischierei la vita per correrla". Pronta la replica della Cycling Sport Promotion, la società organizzatrice della gara di Cittiglio. "Smentiamo categoricamente quanto affermato dall'atleta Chapman: è tutto falso. L'organizzazione, tra volontari e forze dell'ordine, ha messo in campo ben 480 persone che hanno presidiato l'intero percorso, che prevedeva un primo tratto in linea e poi cinque giri nel circuito conclusivo, lungo 17 km. L'atleta in questione afferma che a un giro e mezzo dal termine coloro che erano rimaste attardate si siano trovate in difficoltà. A noi - continua Cycling Sport Promotion - non risulta ci siano state situazioni di pericolo. L'ordinanza prefettizia prevedeva la completa chiusura al traffico nel circuito finale per tutta la durata della corsa e a noi risulta che tutto sia andato per il verso giusto. Se la direzione di corsa ha ritenuto opportuno fermare le atlete vuol dire che il distacco dalla testa della corsa è stato considerato tale da compromettere la sicurezza delle stesse". Insomma, il botta e risposta è rovente e accende un po' il dibattito non proprio inedito sulle organizzazioni di molte corse in Italia, non soltanto femminili. Tra problemi di viabilità e proteste di cittadini che non sempre accettano disservizi anche di poche ore, quanto denunciato da Chapman, al di là delle smentite, non è inedito. Emblematico quando accadde nel Giro di Lombardia 2020, quello disputato insolitamente a Ferragosto a causa della sospensione della stagione dovuta al Covid: una signora, impegnata in una manovra in retromarcia, centrò in pieno Maximilian Schachmann, che avrebbe poi concluso la gara nonostante una frattura alla clavicola rimediata nell'occasione. E, paradossalmente, la sensazione generale fu che in fondo al tedesco non fosse andata tanto male, considerando anche che in quel momento il corridore della Bora-Hansgrohe era a tutta in discesa.

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