Ciclismo, l'Uci al lavoro per il 2026: al vaglio il trasloco di Vuelta e Tour Down Under
La Federazione Internazionale ipotizza una nuova collocazione in calendario per due corse sempre nella morsa del caldo. Il presidente Lappartient: "Ogni cambiamento dovrà avere una logica"
Roma, 28 novembre 2024 - In questi giorni, tra una possibile riforma del sistema a punti, che ha trovato in Matthew Hayman, corridore del Team Jayco-AlUla, uno dei più fermi oppositori, la presa di posizione sul rebreathing, con la questione passata alla Wada, e l'enunciazione delle novità regolamentari che scatteranno a partire dal 2025, l'Uci è al centro della scena del ciclismo. Non solo la prossima stagione: si lavora anche per quella successiva, nella quale potrebbero esserci altre novità, stavolta inerenti il calendario.
Le possibili modifiche del calendario
Le ufficialità ancora non ci sono, ma a sentire il presidente David Lappartient la strada è tracciata e tocca anche diverse gare di categoria World Tour. "Se si cambia qualcosa, ci deve essere una ragione per farlo e per risolvere un problema": questa la premessa del dirigente francese, che ha confermato, almeno per la prima fase della rivoluzione, la collocazione consueta in calendario di Giro d'Italia e Tour de France, rispettivamente a maggio e luglio. Chi rischia di traslocare è la Vuelta, che dovrebbe lasciare fascia tra fine agosto e inizio settembre per fuggire dalle temperature torride degli ultimi anni. Sì, ma quando avrebbe poi luogo la corsa spagnola? Lappartient non ha fornito date, lasciando intuire uno slittamento in avanti di qualche settimana. Il problema afa, in un ciclismo sempre più euro-centrico, esiste però anche ad altre latitudini. E' il caso del Tour Down Under e della Cadel Evans Great Ocean Road Race, le due corse australiane a loro volta passibili di una modifica in calendario. "Queste corse spesso avvengono a oltre 45° e questo dato, nonostante sia sempre bello cominciare la stagione lì, potrebbe portarci a cambiare le cose, spostandole invece verso la chiusura dell'annata. A quel punto, però, bisognerebbe porsi il problema delle gare con le quali far cominciare la stagione: non a caso - continua Lappartient - queste eventuali modifiche dovranno avere una logica e un impatto positivo". Anche per questa ragione al vaglio dell'Uci, sempre a partire dal 2026, ci sarebbe l'accorpamento delle corse che avvengono nella medesima area geografica: solo, ovviamente, a patto di collocarle nel periodo migliore dal punto di vista climatico. A proposito di calendario: per il 2025 c'è invece l'allerta rossa per le corse che avranno luogo in Olanda a causa della possibile mancanza di forze dell'ordine, impegnate a garantire l'ordine pubblico dall'1 gennaio al 31 agosto per il vertice Nato in programma il 24 e il 25 giugno.
Madiot contro il ciclismo attuale
Intanto Marc Madiot ai microfoni RTBF ha detto la sua sulla probabile rottura tra Maxim Van Gils e la Lotto Dstny. "Quello che sta accadendo, così come l'arrivo di nuove strutture finanziarie che un giorno potrebbero andarsene ma che intanto dominano la scena, non è di buon auspicio per il futuro. I nostri sponsor classici, come dico ai miei corridori, non sono obbligati a stare nel ciclismo. Il problema non sono però i troppi soldi, bensì le problematiche che stiamo importando da altri sport: rischiamo di perdere corridori come accade nel calcio, ma senza quei ritorni finanziari. Faccio l'esempio proprio della Lotto Dstny, che ha investito tanto in Van Gils - conclude il dirigente della Groupama-FDJ - e che ora potrebbe perderlo perché lui vuole andarsene".
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