Ciclismo, il presidente Uci: "Sì ai cartellini. Radioline? Senza ci sono meno cadute"

A sorpresa Lappartient ipotizza un futuro senza auricolari: "Anche corridori importanti hanno detto di non volerle”. E sul calendario World Tour: no a gare extra in Italia, Francia e Belgio

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
23 novembre 2024
David Lappartient (Ansa)

David Lappartient (Ansa)

Roma, 23 novembre 2024 – Ancor prima della tragedia di Muriel Furrer, deceduta per una caduta durante la prova juniores femminile dei Mondiali 2024, l'Uci aveva varato e sperimentato delle innovazioni per il 2025 che il presidente David Lappartient ha confermato e snocciolato in occasione dell'assemblea generale della Aiocc, tenutasi a Riva del Garda.

Le dichiarazioni di Lappartient

Il dirigente francese, in lizza anche per la carica di presidente del Cio nelle elezioni del 21 marzo 2025, ha affermato la propria ritrosia verso le tanto discusse radioline, che invece secondo molti avrebbero potuto salvare la vita alla sfortunata ciclista svizzera. "Nelle gare test che abbiamo fatto senza radioline abbiamo notato che ci sono state meno cadute e alcuni corridori, anche dei grandi nomi che ovviamente non farò in pubblico, hanno dichiarato l'intenzione di non volerle. Se ci fossero state ai Mondiali, forse Tadej Pogacar non sarebbe partito a 100 km dal traguardo. I direttori sportivi invece le vogliono per strategia e tattica, ma questo è un tema diverso dalla sicurezza". A tal riguardo, il pensiero non può che tornare alla tragedia di Zurigo. "Non metteremo mai limiti alla tecnologia, se la priorità è la salute dei corridori. Gli atleti devono sempre essere localizzati con il Gps e speriamo che possa esserci un'evoluzione che ci aiuti a trovare un corridore che non si muove più. Nel caso di Furrer – continua Lappartient – nessuno si era accorto che non era passata sul traguardo".

Si passa poi al calendario Uci, che in alcuni Paesi è già colmo e da non allargare. "Non vogliamo appesantire il circuito World Tour, specialmente in Italia, Francia e Belgio, che già hanno corse importanti. Nel 2026 potrebbero esserci delle modifiche perché niente è immutabile, ma deve esserci sempre una ragione per farlo". La novità più importante del 2025 saranno però i cartellini gialli e stavolta non in fase sperimentale, come quelli comminati dall'1 agosto che infatti non peseranno nel conteggio. Lo schema sarà il seguente e si poggerà su atteggiamenti vietati che possano mettere in pericolo la sicurezza degli altri atleti: 2 emessi nella stessa gara porteranno a una squalifica di 7 giorni, 3 in 30 giorni alzeranno lo stop a 14 giorni e 6 in anno fermeranno il corridore per 30 giorni.

Le dichiarazioni di Tiberi

Intanto, i microfoni di Sky Sport hanno intercettato Antonio Tiberi, tra passato e futuro. "Il 2024 ha avuto alti e bassi. Nel Giro d'Italia è andato tutto bene e ho portato a casa il quinto posto e la maglia bianca. Alla Vuelta stavo facendo bene fino al ritiro. Poi mi sono ripreso e ho vinto il Giro del Lussemburgo: ci tenevo a chiudere bene al Giro di Lombardia, ma un virus mi ha debilitato". Si chiude con un pensiero al 2025. "Dobbiamo ancora capire quale sarà l'obiettivo principale tra Giro d'Italia e Tour de France e se sarà il primo, farò di tutto per arrivare sul podio".

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