Perché la Ferrari ha vinto a Le Mans e non riesce a farlo in F1?
Quali sono le motivazioni che hanno portato allo storico successo nell’endurance e come mai non si riesce a farlo in Formula Uno? Se lo chiedono molti ferraristi
Da quando la 499 Rossa ha trionfalmente tagliato il traguardo della 24 Ore di Le Mans, cinquantotto anni dopo l’ultimo successo del Cavallino nella maratona di Francia, beh, milioni di ferraristi sono tormentati da una domanda semplice semplice. Ma come è possibile?
Meglio. Perché una azienda capace di realizzare da zero una vettura così brillante, nonché vincente, non riesce ad uscire, in dimensione F1, dalla buca in cui è precipitata ormai molti anni fa?
Cosa manca, dando per scontata (e dimostrata!) la presenza di competenze qualificate all’interno della azienda? Metodo? Organizzazione?
Forse battere la Red Bull nei Gran Premi è ben più difficile che sconfiggere la Toyota a Le Mans? Io una risposta non la possiedo.
In compenso, offro in questa sede l’opinione di un ex addetto ai lavori. È il parere di un ingegnere che ha lavorato a lungo in Ferrari. Ora ha lasciato l’automotive. Non ne faccio il nome su sua motivata richiesta. Mi limito a premettere che temo abbia ragione…
“L’ emozionante vittoria a Le Mans mi riporta indietro nel tempo! Una cosa mi piacerebbe leggere: la banda dell'endurance Ferrari è la stessa da decenni, non ci sono stati ribaltoni ed epurazioni stile F1. Stabilità, umiltà, decoro e competenza. Accettando per anni, troppi, di non far troppo clamore delle loro vittorie nelle corse non di F1, in varie categorie, per non "dar fastidio" alla GeS da Gran Premio in crisi di astinenza, senza neanche azzardarsi a chiedere un aiuto ai fratelli grandi. Sono orgoglioso di avere fatto parte di quella che io affettuosamente chiamo banda. Le Mans 2023 è un'enorme soddisfazione per chi ha avuto e ha ancora un ruolo in quel gruppo”.
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