Verstappen: “F1 troppo frenetica. Resterò solo per lottare per il mondiale”

Il due volte campione del mondo: “Sono preoccupato per lo sport che amo”

di GABRIELE SINI -
22 agosto 2023
Max Verstappen (Ansa)

Max Verstappen (Ansa)

Roma, 22 agosto 2023 – La Formula 1 rischia di esagerare e andare oltre i suoi stessi limiti. Da quando la massima competizione motoristica mondiale è finita tra le mani degli americani di Liberty Media, la popolarità di questo sport è aumentata in maniera esponenziale. Sono tanti i fattori che hanno favorito questo incredibile exploit, a partire dalla lotta per il titolo iridato del 2021 all'ultimo sangue tra Max Verstappen e Lewis Hamilton, fino ad arrivare ai nuovi regolamenti tecnici introdotti nel 2022 e, ovviamente, alla comunicazione giovanile e innovativa portata avanti dai nuovi vertici dirigenziali. Il rovescio della medaglia, però, potrebbe essere rappresentato dal desiderio di fare sempre di più ed esagerare, esasperando gli stessi protagonisti della Formula 1. Il crescente interesse verso i Gran Premi ha allargato il numero di gare a 24 annuali, che per la prima volta si correranno nel 2024. Un numero di appuntamenti davvero elevato, che inizia a far porre degli interrogativi ai piloti, in particolare al campione del mondo in carica Max Verstappen.

La preoccupazione di Verstappen

Non sempre la popolarità si traduce in successo. Probabilmente è, in piccola parte, ciò che pensa Max Verstappen. Il campione olandese della Red Bull, lanciatissimo verso il suo terzo titolo mondiale consecutivo, ha posto degli interrogativi e si è dichiarato preoccupato per la svolta che sta prendendo la Formula 1: sempre più intrattenimento e, forse, un po' meno sport. "Sono preoccupato per lo sport che mi è sempre piaciuto. Lo praticherò ancora, ma fino a un certo punto. Non è che io sia totalmente contrario al cambiamento, come invece affermano alcune persone. Ma quei cambiamenti devono essere a vantaggio della F1" ha ammesso Verstappen.

Nel mirino del pilota olandese ci sono anche le nuove proposte di format: "Perché devi cambiare quando le cose stanno andando bene? Penso che una sessione di qualifiche tradizionale sia un ottimo formato. Non deve ruotare tutto intorno ai soldi. La gente potrebbe pensare: 'Beh, guadagna un sacco di soldi, di cosa si lamenta quel tizio?'. Ma riguarda il tuo benessere, come vivi le cose e non quanto guadagni. Mi sento come se dovessi fare troppo e saltare altre cose che invece mi piace fare. Quindi a volte penso: 'Ne vale ancora la pena?'".

L'alfiere della Red Bull è sotto ai riflettori da tempo e questo, alla lunga, potrebbe stufarlo e farlo allontanare dal mondo della Formula 1, uno sport impegnativo che occupa tantissimo tempo nella vita dell'olandese: "I viaggi non sono il problema più grande. Si tratta più di tutte le cose extra che devo fare. I giovedì in un fine settimana di gara possono essere molto lunghi a seconda di dove siamo e, al di fuori delle gare, c'è molto lavoro al simulatore da fare. Ad esempio, perdo più di un mese all'anno per gli appuntamenti legati al marketing. A un certo punto non hai più voglia di fare tutto questo".

Il ritiro non prima del 2028

Nonostante tutti questi temi che mettono in dubbio la presenza di Verstappen in Formula 1 negli anni a venire, l'olandese stesso ha rassicurato i suoi tifosi: non si ritirerà prima della scadenza naturale del suo lungo contratto con la Red Bull, ovvero nel 2028.

"Le cose dovrebbero andare davvero male perché ciò possa accadere. Non mi aspetto che la squadra decada così tanto, stando a tutte le persone fantastiche che abbiamo. Ma in questo sport è sempre possibile che tu non sia competitivo". Al centro degli interessi di Super Max c'è, dunque, la possibilità di lottare per il titolo mondiale. Ora che cominciato a vincere, Verstappen non ha più voglia di gareggiare a centro gruppo per obiettivi minori rispetto alla vittoria iridata: "Dipende da quali sono le prospettive, ma sì, non mi vedo a lottare a metà dello schieramento per tre anni. Poi preferirei restare a casa o fare qualcos'altro. Ma, ancora una volta, non mi aspetto che possa accedere tutto ciò".

Horner: "Non semplice rimanere al top"

In merito al tema della competitività, è intervenuto recentemente anche il team principal della Red Bull, Christian Horner. Il numero uno della squadra di Milton Keynes ha precisato come nessuno si stia montando la testa, nonostante l'enorme gap colmato nei confronti della concorrenza: "Non credo ci sia compiacimento. Penso che stiamo affrontando una gara alla volta, una sessione alla volta. E credo che ci si debba concentrare in questo modo sul nostro lavoro. Nessuno di noi si lascia distrarre e credo che il campionato sia lungo, lunghissimo. C'è molto da fare dietro le quinte, soprattutto con Red Bull Powertrains che si sta preparando sullo sfondo a Milton Keynes. E il 2026 non è poi così lontano. Quindi c'è molto su cui concentrare l'attenzione". La Red Bull, proprio nel 2026, lascerà definitivamente Honda e si reggerà sulle proprie gambe anche per quanto riguarda il propulsore. Una sfida molto complicata, poiché sarà la prima volta che il colosso di bevande energetiche non farà affidamento ad un fornitore esterno.

Horner è poi tornato a parlare delle difficoltà che la squadra deve affrontare. Nell'ultimo decennio il dominio Mercedes aveva costretto tutti ad inseguire perennemente, alla ricerca di prestazioni per ridurre il gap con la compagine di Brackley. Ora è la Red Bull a dettare il passo, un contesto nuovo al quale lo stesso team austriaco deve adattarsi: "Le sfide sono sempre diverse perché, quando sei il cacciatore, tutti sono concentrati sull'obiettivo che hanno davanti. Quando improvvisamente si diventa preda, la pressione è di tipo differente. Naturalmente abbiamo numerosi approcci da parte di altri team nei confronti di tutto il nostro staff, gli sponsor e tutto il resto. Arrivare al top è una cosa, rimanerci è un'altra. Ma credo che lo spirito, la cultura che abbiamo all'interno della squadra, siano molto forti. Abbiamo un team forte non solo in superficie, ma anche in profondità e abbiamo goduto di grande continuità per un lungo periodo di tempo. Questo è molto importante in Formula 1".

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