Baseball per ciechi Dalla festa ai Giochi

Trent’anni di storia per una disciplina inventata a Bologna da Alfredo Meli. L’obiettivo è entrare nel programma Paralimpico

di ALESSANDRO GALLO -
19 ottobre 2024
Baseball per ciechi Dalla festa ai Giochi

Trent’anni di storia per una disciplina inventata a Bologna da Alfredo Meli. L’obiettivo è entrare nel programma Paralimpico

Mercoledì – il 16 ottobre – il compleanno. Il trentesimo compleanno del baseball per ciechi, lo sport inventato da Alfredo Meli, curato con attenzione da Umberto Calzolari e Alberto Mazzanti, che sogna di arrivare alle Paralimpiadi. Questa disciplina ha preso piede in Italia, partendo da Bologna, ma per conquistare i Giochi a cinque cerchi, bisogna raggiungere gli altri continenti ed è per questo che Mazzanti, Stefano Malaguti, Eva Trevisan e compagnia stanno lavorando per la diffusione di questa pratica.

L’anniversario del baseball per ciechi viene fatto risalire ufficialmente al 16 ottobre 1994 perché in quella giornata, al Rino Veronesi di Casalecchio, fu giocata la prima partita di Bxc (acronimo per baseball per ciechi) sulla distanza delle sette riprese. Anche in questo caso, il mondo del baseball per ciechi ha dimostrato di vedere lontano. In quel 16 ottobre gli Aquilone Empoli Red Sox superarono i Bologna White Sox 15-11. Trent’anni di storia che hanno mille agganci con la cultura e i fumetti. Forse non tutti sanno che la prima vignetta, legata alla prima partita, venne disegnata, con grande originalità, da Benito Jacovitti. E qualche anno più tardi, un altro mostro sacro dei fumetti, Charles Schulz, spedì una vignetta originale con Charlie Brown. Finito qui? Macché, anche Francesco Altan è stato tra coloro che si sono messi in discussione, con la loro arte, per il mondo del baseball per ciechi.

A livello italiano – uno dei campi principali è il Leoni di Casteldebole – ogni anno ci sono campionato, Coppa Italia, Home Run Derby e All Star Game. Non solo. Dopo la scomparsa di Alfredo Meli, il fondatore, uno dei più assidui amici del mondo del baseball per ciechi è stato il professore, al secolo Umberto Calzolari, icona Fortitudo, scomparso pure lui.

E dopo aver vinto tanto con la maglia della Fortitudo, si è avvicinato al baseball per ciechi un’altra leggenda, Riccardo Matteucci. Finito qui? Macché: quelli del baseball per ciechi non si fermano un attimo. Così, l’iniziale associazione è divenuta una lega a tutti gli effetti e sono stati raggiunti risultati eccezionali. Dal gemellaggio con la Fortitudo Baseball alla scalata mondiale, per essere accreditati agli occhi della federazione internazionale e gettare le base per un futuro olimpico.

Tra un congresso internazionale e l’altro, si è arrivati a Londra, alla seconda edizione del Wbsc Blind Baseball International Cup. Nel Regno Unito, oltre ai padroni di casa, c’erano Italia, Olanda, Stati Uniti, Cina, Cuba, Ungheria e Pakistan. Il seme piantato da Alfredo Meli continua a fiorire e l’obiettivo di sbarcare ai Giochi – Los Angeles, dove tornerà il baseball, è ancora troppo vicina, temporalmente parlando – non è così lontano.

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