Dilettanti, multe e guai

Controlli a tappeto delle autorità. Sanzioni per associazioni e atleti. .

di GIULIO MOLA -
12 ottobre 2023
Dilettanti, multe e guai

Dilettanti, multe e guai

Dalla pioggia di squalifiche per atleti (molti dei quali giovani) privi di valido certificato di idoneità sportiva alla sospensione dell’attività nelle società dove sono stati trovati defibrillatori ormai “scarichi“ per inutilizzo; e ancora, sanzioni dolorose laddove non vengono rispettati i contratti di lavoro fino alla vera e propria chiusura dei centri sportivi privi di estintori antincendio. Sono settimane complicate per le associazioni sportive dilettantistiche, da quando sono partiti controlli a tappeto su tutto il territorio nazionale (Lombardia compresa) per opera dei Nas e non solo. Multe a raffica, in qualche caso lucchetti ai cancelli delle strutture, presidenti impotenti e famiglie penalizzate.

Cento giorni dopo l’entrata in vigore della Riforma dello Sport, le società più piccole sono in ginocchio, strette nella morsa di nuove rigidissime norme e dei relativi controlli delle autorità competenti (cui si aggiungono colpevoli “distrazioni“ come nel caso dei certificati medici non idonei). È successo in provincia di Como, si è ripetuto nell’hinterland milanese , laddove si sono presentati i carabinieri per i controlli. Sanzioni che vanno dai 30mila ai 15mila euro se, dipende se si tratta di violazione delle norme sulla salute o riguardanti la nuova figura del “lavoratore sportivo“, magari non in regola con i contratti. Anche l’assenza del “responsabile“ della sicurezza rischia di essere pagata a carissimo prezzo.

"Questa riforma ci sta portando alla rovina", si sfoga una dirigente di un club del varesotto. "Qui dobbiamo fermarci tutti finché non rimettono a posto le regole, perché si va incontro al disastro economico", fa eco uno dei 271 presidenti delle scuole calcio lombarde che già in estate si erano rivolte a Giancarlo Abete, presidente della LND minacciando di fermarsi se non fossero stati apposti dei “correttivi“ alla Riforma.

In realtà qualche giorno fa, proprio su invito del presidente Giancarlo Abete, il ministro Abodi ha avuto un lungo incontro con il Consiglio direttivo della Lega Nazionale Dilettanti. Il problema della riforma riguarda ovviamente tutte le discipline sportive e il calcio con la sua forza può contribuire in maniera decisiva a rivedere molte cose. Dell’anima, della passione e del sacrificio dei dilettanti - in tutte le Federazioni e nei vari Enti di promozione riconosciuti dal CONI- lo Sport italiano non può fare a meno, perché sono il vero motore del movimento, è stato ribadito. Tocca ad Abodi fare in modo che la riforma dello sport serva a rilanciare e mai a mortificare o a penalizzare l’immensa, insostituibile base rappresentata dalle società dilettantistiche, che svolgono allo stesso tempo una funzione sportiva e sociale.

Il ruolo educativo e non solo che svolgono in tutte le discipline le società che fanno parte delle Federazioni o degli Enti di promozione riconosciuti dal CONI è risaputo. Perciò non possono essere mortificate e penalizzate facendole diventare vittime di pastoie burocratiche. Così si finisce per danneggiare lo sport italiano e intere generazioni di dirigenti, tecnici e atleti, con milioni di giovani che hanno il diritto di fare attività fisica e motoria.

Il problema è che in alcuni casi al danno si aggiunge la beffa, dovuta a “distrazioni“ o “dimenticanze“. Come la chiusura di un centro sportivo a pochi chilometri da Milano dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco dal quale sarebbero emerse numerose irregolarità da parte dei gestori dell’impianto, in particolare per quanto riguarda la manutenzione ordinaria.

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