Il totem Carpita bandiera della nazionale: "Il mondiale è un sogno. Ma noi ci crediamo"

Beach soccer Il portiere classe ’88 guida la truppa salmastrosa che rappresenta la colonna portante degli azzurri impegnati a Dubai

di SIMONE FERRO -
8 febbraio 2024
Il totem Carpita bandiera della nazionale: "Il mondiale è un sogno. Ma noi ci crediamo"

Il totem Carpita bandiera della nazionale: "Il mondiale è un sogno. Ma noi ci crediamo"

L’unico viareggino, dei sei che sono pronti a disputare il Mondiale 2024 di beach soccer a Dubai, ad aver già giocato la rassegna iridata è Andrea Carpita. Classe ’88 di uno spessore umano infinito, il fedele Andrea è il manifesto della viaregginità nel calcio sia su erba sia su sabbia. Con lui, che i primi tornei sulla rena da ragazzino (prima ancora che nascesse il Memorial Valenti) li faceva e li vinceva nel “gabbione“ del Bagno Felice in Passeggiata... proprio insieme a chi questo articolo lo scrive, abbiamo fatto le solite quattro chiacchiere da amici di una vita. Ci risponde subito al telefono mentre è dall’altra parte del mondo, a Dubai, ma sempre collegato con la sua Viareggio.

Andre, come ti senti a fare anche da “chioccia“ del gruppo?

"Chi come me ha già fatto un Mondiale (in azzurro gli unici altri due del gruppo attuale sono Zurlo e Josep, ndr) sta mettendo a disposizione il suo bagaglio di esperienza per far capire bene che le partite in questo sport, e a questi livelli, non finiscono davvero mai. Giocare un Mondiale è una cosa sensazionale, un’esperienza unica, che è il coronamento della tanta strada che ognuno di noi ha fatto in carriera per arrivare fino a qui".

Che ItalBeach sarà?

"La squadra è ottima e sta bene. Sono certo che faremo un gran Mondiale. Per undici dodicesimi siamo il gruppo che a settembre ha vinto gli Europei. Venderemo cara la pelle pure a Dubai. Abbiamo la fortuna dentro la nostra Nazionale di avere tutti giocatori con caratteristiche diverse. Ognuno ha una sua qualità specifica che gli altri non hanno. Questo consentirà al mister di scegliere il quintetto ideale in base al tipo di partita da dover fare in quel momento. Altre nazionali hanno meno varietà".

La preparazione come procede ad una settimana dal via?

"Ci stiamo allenando su due tipi di campi diversi: uno con la sabbia molto alta, l’altro con la sabbia più fina. Ancora dobbiamo scoprire che tipo di fondo troveremo quando inizia il Mondiale. Lo stadio in cui giocheremo l’hanno fatto sul cemento... e la sabbia ce la stanno portando da una delle spiagge di Dubai che però non son tutte uguali come consistenza. Ancora non sappiamo che ci aspetta in questo senso. Ci stiamo riabituando a riusare i muscoli in una certa maniera. Venendo da mesi sull’erba nel calcio a 11 il riadattamento all’avere la sabbia alla caviglia, col piede che “affonda“, non è immediato. La sabbia un po’ più fine magari ci faciliterebbe".

Chi è già pimpante?

"Remedi, Genovali, Fazzini e Giordani sono quelli più in forma al momento, agevolati dall’essere dei brevilinei"

Che Mondiale ti aspetti?

"Il Mondiale è la competizione più importante e bella di tutte. Le squadre che arrivano a farlo vengono da una preparazione maniacale lunga due o tre anni proprio in funzione di questo torneo speciale. La favorita è il Brasile, anche perché in Sudamerica sono appena finiti i campionati. Vedo un Portogallo che ha perso qualche pezzo importante come Andrade e una Spagna molto agguerrita. La nostra Italia è subito lì sotto il Brasile".

Quali differenze trovi rispetto alla Nazionale vice-campione del mondo del 2019 in cui con te c’erano gli altri viareggini Gori, Ramacciotti e Marinai?

"Nel 2019 avevamo più esperienza, con tanti giocatori abituati a certe partite internazionali. Il gruppo attuale invece vive di entusiasmo, con una “luce“ dentro che non deve mai essere spenta e anzi va sempre alimentata. E poi tante squadre avversarie non ci conoscono bene".

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