Lo skiman di Frassinoro: "Straordinaria Vittozzi"

Biathlon Biondini fra i professionisti dietro il successo mondiale della 29enne "Che stagione. Protagonista dall’inizio alla fine, si è rialzata con tenacia".

di ALESSANDRO TREBBI -
21 marzo 2024
Lo skiman di Frassinoro: "Straordinaria Vittozzi"

Lo skiman di Frassinoro: "Straordinaria Vittozzi"

Era dietro le quinte per i successi di Dorothea Wierer e Dominik Windisch, lo è adesso che sul tetto del mondo c’è Lisa Vittozzi. Simone Biondini, frassinorese doc, è uno degli skiman al seguito della Nazionale azzurra, e assieme a uno staff estremamente competente prepara gli sci per atleti e atlete del biathlon che negli ultimi anni hanno regalato medaglie e successi a pioggia ai colori azzurri. Non ultima Lisa Vittozzi, sappadina che a 29 anni ha raggiunto il traguardo di vincere la Coppa del Mondo generale, emulando Dorothea Wierer e trovando la coppa di cristallo in una stagione perfetta, nella quale è arrivato anche un oro Mondiale individuale dopo i tanti successi di tappa. Vittozzi aveva già vinto un bronzo in staffetta a Pyeongchang 2018, aveva passato un paio di anni difficili e poi è rinata. Simone Biondini la racconta così.

Che stagione è stata per voi e per la Vittozzi?

"Lisa ha fatto una stagione straordinaria, di cui è stata protagonista dall’inizio alla fine, da novembre a marzo. È stata sul podio con costanza, ha conquistato medaglie mondiali, tantissimi piazzamenti nelle top 10. Le mancava solo una cosa".

La Coppa generale?

"Esatto. Ci era già andata vicina due anni fa, arrivando seconda dietro la Wierer. Di lì due stagioni un po’ buie, di cui ha parlato anche lei, ma è stata fantastica a rialzarsi con grande tenacia. Quindi il merito è ancora maggiore".

C’è stato un momento della stagione in cui avete capito che poteva farcela?

"Durante la stagione si guarda pian piano come vanno le gare, e lei è sempre stata nelle prime posizioni. Dopo i Mondiali erano in tre o quattro a lottare per la Coppa del Mondo ed era importante fare le ultime tre tappe con buoni risultati, lei ce l’ha fatta".

Anche se è sempre stato tutto aperto?

"Sì, fino al Canada, a Canmore, era tutto in gioco. La sprint e l’inseguimento finali di Canmore, con doppia vittoria, le hanno dato il successo globale".

Per voi skiman cambia qualcosa con gli inverni più caldi?

"In Norvegia e Svezia a inizio stagione poco, perché era pieno inverno, ma da gennaio in poi abbiamo avuto una stagione di tipo primaverile quasi ovunque. Questi tipi di neve ci sono già stati in passato, sono cambiati i prodotti: senza più l’utilizzo del fluoro abbiamo dovuto capire come reagivano i nuovi ausili con la neve bagnata, quella dove il fluoro faceva la differenza. Gli atleti faticano un po’ di più". A Frassinoro c’è qualche nuovo talento tecnico da lanciare?

"Per ora no, ma quelli che sono qua in Appenino lavorano ai progetti con la Fisi e con lo Sci Club e crescono ogni giorno".

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