Missione fallita in Kirghizistan. Sfuma l’impresa del vigevanese Colli a pochissimi metri dalla vetta

"Questa volta la montagna non ci ha voluti". C’è tutta la delusione nella voce di Luca Colli, il cinquantacinquenne alpinista...

22 luglio 2024
Sfuma l’impresa del vigevanese Colli a pochissimi metri dalla vetta

Sfuma l’impresa del vigevanese Colli a pochissimi metri dalla vetta

"Questa volta la montagna non ci ha voluti". C’è tutta la delusione nella voce di Luca Colli, il cinquantacinquenne alpinista estremo di Vigevano, che ha visto sfumare la possibilità di raggiungere la vetta del Lenin Peak a quota 7.134 metri, tra Kirghizistan e Tajikistan, la prima delle cinque vette che assegnano la "Snow Leopard", la più grande onorificenza che la ex-Unione Sovietica concedeva agli alpinisti e che oggi è assegnata dalla Repubbliche che un tempo ne facevano parte.

"Siamo tornati al campo e nei prossimi giorni rientreremo – spiega Colli che negli anni passati ha scalato in velocità e senza l’ausilio dell’ossigeno le montagne più alte di ciascun continente – Le condizioni meteo sono state proibitive, con temperature di decine di gradi sotto lo zero e con una forte e costante bufera e non siamo riusciti a completare l’impresa. Peccato perché ci siamo andati davvero vicinissimi: la nostra è la squadra che per il momento è arrivata più vicina alla sommità della montagna".

E che le condizioni del tempo fossero pessime è attestato che tre spedizioni sono rientrate senza nemmeno raggiungere il Campo III a quota 6.300 metri. "Durante il rientro il componente di un’altra spedizione è morto per le conseguenze di una valanga – racconta Colli, personal trainer e una laurea in architettura che per il momento resta nel cassetto – e un secondo è rimasto ferito". Espertissimo alpinista, in qualche modo aveva capito che sarebbe stata durissima. "Arrivare al Campo III è stato molto molto impegnativo – continua – con molta neve fresca, pendii molto ripidi da superare e tanto vento, per fortuna non freddo. Per diversi giorni il tempo è stato molto buono al mattino mentre al pomeriggio arrivavano temporali con palline di ghiaccio e fulmini".

E poi quelle sensazioni, che per chi la montagna la vive, la conosce e la rispetta, valgono molto. "Non sono state buone – rivela Colli – Di notte ho fatto brutti sogni. Forse era la montagna che ci stava dicendo che, per questa volta almeno, non ci avrebbe accolto".

Umberto Zanichelli

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