Pierluigi Veronesi: incidente in Lamborghini e il lungo recupero

Il pilota Pierluigi Veronesi racconta il drammatico incidente in Lamborghini e il difficile percorso di recupero.

di GIANLUCA SEPE
22 aprile 2025
Il pilota Pierluigi Veronesi, 36 anni, in ospedale dopo l’incidente a Cremona

Il pilota Pierluigi Veronesi, 36 anni, in ospedale dopo l’incidente a Cremona

Prima la gioia di avere ritrovato se stesso al volante, un titolo e un sedile prestigioso per questa stagione. La fame e la voglia di volere dimostrare che la bacheca aveva ancora tanti posti da riempire. Poi la paura, il sogno spezzato e davanti un lungo percorso pieno di incognite. L’ultimo mese di Pierluigi Veronesi è stato un complicato mix di sentimenti. Per capirli al meglio bisogna riavvolgere il nastro al 5 marzo, giorno di test sul circuito di Cremona. Primo ’shakedown’ della stagione per il pilota di San Giovanni in Persiceto con la Lamborghini del team Sf Squadra Corse.

La giornata era iniziata bene, con ottimi riscontri cronometrici, poi l’evento che ha cambiato tutto: la vettura di Veronesi esce di strada ad altissima velocità ribaltandosi per cinque volte prima di fermarsi. All’interno il driver bolognese non perde mai conoscenza, vive tutto dentro il casco, a occhi aperti, senza potere arrestare quella carambola. Immediatamente soccorso, Veronesi è vigile, ma quando toglie la cintura il dolore è terribile. "Pensavo di essere in procinto di morire – racconta il trentaseienne bolognese – sentivo qualcosa di rotto dentro. Ho visto tutto, quando l’auto ha perso aderenza ho provato a metterla di traverso per limitare i danni. Arrivati in ospedale a Cremona sono stato ricoverato per quattro giorni. Cinque costole rotte in maniera scomposta, i medici hanno detto che è un miracolo che non sia morto o non abbia avuto emorragie interne non curabili".

Eppure la giornata di Veronesi era iniziata nel migliore dei modi, con crono di livello che facevano ben sperare per la stagione. "Tutto stava andando per il verso giusto, i tempi erano ottimi. Ero felice di rimettermi al volante di una Lambo dopo gli anni passati come tester a Sant’Agata. L’incidente ha cambiato tutto". Cambiato tutto sì perché per il pilota è cominciato un lungo calvario: le prime settimane con i dolori anche a respirare, i danni fisici estesi anche al ginocchio che gli impedivano di alzarsi. Poi i primi passi e le prime parole. Attorno a lui intanto la solidarietà e la vicinanza dei fan, dei membri del team e degli appassionati, ma anche della famiglia. "Ho ricevuto moltissimi messaggi, all’inizio doveva rispondere la famiglia perché non ero in grado. Ringrazio tutti per essermi stato vicino. E’ durissima perché ero a un passo da una stagione che poteva togliermi grandi soddisfazioni e ora non so come andrà".

L’incertezza è ora la grande nemica di Veronesi. I tempi di recupero saranno di almeno di 6 mesi, ma molto dipenderà dal corretto recupero: fissare una cintura sei punti non è come mettere quella stradale e il dolore alle costole potrebbe impedire a Veronesi di tornare a correre come prima. Dopo lo sconforto iniziale però, il bolognese guarda avanti cercando di farsi forza. "L’obiettivo è salire su una stradale al Minardi Day del 13-14 settembre. Lì capirò come va anche sui cordoli. Se il recupero sarà andato per il meglio, proverò a mettermi al volante per l’ultima gara del Challenge Gt in programma a Misano il 16 novembre. Intanto però proseguo con la V-Academy, tra coaching ai Gentlemen Driver e altre attività. Guardo al futuro e lavoro per tornare al meglio. Quando starò bene, capirò su cosa concentrarmi".

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