Supermamma Giulia. La Terzi torna in vasca dopo la gravidanza: "Una grande emozione”

L’atleta paralimpica lo scorso 26 febbraio ha dato alla luce il piccolo Edoardo ed ora si prepara al doppio appuntamento: prima gli Europei, poi Parigi 2024. "Felicissima di esserci. Per le Olimpiadi ci sono cinque mesi, sogno una medaglia"

di GIULIANA LORENZO -
17 aprile 2024
La Terzi torna in vasca dopo la gravidanza: "Una grande emozione"

La Terzi torna in vasca dopo la gravidanza: "Una grande emozione"

Cinque medaglie olimpiche a Tokyo, due lauree, una gravidanza. Giulia Terzi è instancabile. Nuotatrice milanese della Polha Varese, classe 1995, competitiva ma anche razionale, si prepara, a meno di tre mesi dalla nascita di suo figlio, all’Europeo di Madeira (21 – 27 aprile). Il nuoto, a cui è stata costretta per una scoliosi congenita, inizialmente proprio non le piaceva: oggi è adrenalina, un modo per estraniarsi e rilassarsi.

Arriva all’Europeo dopo la gravidanza…

"Ho avuto Edoardo il 26 febbraio e sono rientrata in acqua la prima di settimana di aprile, dopo i controlli dei 40 giorni “post partum“ mi hanno dato l’ok per riprendere. Agli Europei non arrivo in forma: durante la gravidanza ho nuotato fino a dicembre. Febbraio niente, gennaio entravo in acqua giusto per muovermi, senza allenarmi. La partecipazione è un requisito per la Paralimpiade: il vincolo era o il Mondiale di Manchester o l’Europeo. Ho saltato il primo perché avevo appena scoperto di aspettare Edoardo: per precauzione, nei primi tre mesi abbiamo preferito non fare gare. Cercherò di dare il massimo per quelle che sono le mie possibilità".

Nessun obiettivo quindi?

"No, anche se qualche obiettivo ce l’ho sempre, come vedere a che punto sono dopo essere stata ferma. È una bella prova, tornare in gara è emozionante per cui vediamo, ma sicuramente dal punto di vista dei risultati al momento non ho alcuna ambizione, sono contenta di esserci".

Come va questa nuova vita?

"Siamo abbastanza fortunati perché anche il mio compagno (Stefano Raimondi, ndc) nuota e non abbiamo orari che coincidono, riusciamo a gestirlo. È impegnativo, anche di notte ci diamo il cambio per dargli da mangiare. Quando lui ha l’allenamento la mattina, la notte mi sveglio io e viceversa. Abbiamo trovato il nostro equilibrio e ci appoggiamo ai nonni, i miei abitano vicino".

Ci sono aiuti dal CIP?

"Non siamo assunti, escluso chi fa parte di un corpo sportivo militare, lì la maternità è garantita. Prendo un assegno di preparazione che viene concesso se all’evento importante dell’anno riconfermo la medaglia. In caso di gravidanza il sussidio viene sospeso fino a quando l’atleta non rientri in condizione. Se succede l’assegno di preparazione viene interrotto per i mesi in cui l’atleta non si allena. C’è da fare qualche passo avanti, fino a dicembre l’ho percepito, ma c’è da fare qualcosa".

Come arriva a Parigi?

"Ho cinque mesi per lavorare, le mie gare inizieranno il 2 settembre, proverò a presentarmi con le tre individuali di Tokyo: 400 e 100 stile e 50 delfino. Mi piacerebbe portare a casa una medaglia in una di queste. Sarebbe la ciliegina sulla torta, il sogno è salire sul podio con Edoardo, sarebbe il massimo e sto lavorando per quello. La medaglia più bella ce l’ho a casa, se arrivasse a Parigi, sarebbero due medaglie belle!".

Lei non ha avuto una vita ordinaria, ma è straordinario quello che fa…

"Me lo dicono in tanti, cerco di fare quello che mi fa star bene. Tutto nasce dal fatto che quando ero piccola facevo ginnastica e all’improvviso non potevo più farla. A 13 anni mi sono trovata da allenarmi tutti i giorni a non avere nulla. Ho sofferto talmente tanto che mi sono sempre creata un piano alternativo. Mi volevo proteggere, è stata una reazione. Ho studiato, mi sono laureata, ho trovato un lavoro part time, adesso ho una famiglia. Lo sport è una costante ma non volevo ci fosse solo quello. Richiede il triplo della fatica, ogni tanto sbarello (ride, ndr). Ho cercato il mio equilibrio".

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