Vela, impresa di Sofia Giondi all’Argentario. Vinto l’Europeo J70: "Oltre ogni aspettativa"

La forlivese al timone con un equipaggio tutto al maschile: "Un campionato difficile, è stata una grande emozione". E sogna ora i Mondiali

di STEFANO BENZONI -
28 maggio 2024
Vela, impresa di Sofia Giondi all’Argentario. Vinto l’Europeo J70: "Oltre ogni aspettativa"

Vela, impresa di Sofia Giondi all’Argentario. Vinto l’Europeo J70: "Oltre ogni aspettativa"

"È stato un bellissimo risultato, del tutto inaspettato e per questo ancor più sorprendente". La voce di Sofia Giondi trasmette felicità. La 26enne velista forlivese insieme al suo equipaggio ha conquistato sabato, nelle acque di Cala Galera all’Argentario, il titolo europeo nella classe J70: "Ce l’abbiamo fatta. Dopo vent’anni di vela devo dire che è stata proprio una grande soddisfazione e la cosa che mi ha più emozionato è stato aver conquistato questo titolo di fronte ai miei genitori, a cui devo tanto".

La Giondi ora è attesa dai Mondiali in settembre a Palma di Maiorca, ma prima deve sostenere qualche esame di economia all’Università di Urbino, allenarsi e portare avanti il suo compito di istruttrice di giovani velisti presso lo Yacht Club di Rimini. Però il percorso della forlivese merita un passo indietro.

Sofia perché questa passione per la vela?

"In parte per una questione di famiglia: mio nonno Giancarlo è stato uno dei soci fondatori del Circolo nautico del Savio, mio padre Massimo e mio zio Riccardo sono grandi appassionati. Io a sette anni nel 2004 ero un po’ la mascotte del circolo e ho cominciato a fare scuola vela al Circolo nautico Amici della Vela di Cervia".

Andò subito tutto bene?

"Macchè. La vela un po’ mi attirava, ma nel frattempo ho praticato un sacco di altri sport fra cui il basket fino al primo anno del Liceo scientifico. Poi ho dovuto fare una scelta e ho optato per il mare, perché la vela non finisce mai e diventa uno stile di vita".

In che senso?

"Perché è una disciplina a tutto tondo. Da un lato ti mette a contatto con la natura, dall’altro c’è una strategia e una tattica che coinvolgono il vento, il mare, le nuvole, l’orografia della costa, le correnti e ovviamente gli avversari. Poi c’è la manutenzione della barca e il rapporto con chi è su questa con te".

Come sono stati gli inizi?

"Nella categoria Cadetti nel 2008 ho sfiorato il titolo italiano. Poi passi all’Optimist, entri in agonistica e cominci ad andar via da casa. Da Juniores non mi sono qualificata per Europei e Mondiali, cosa che invece ho fatto nel 2015 nella classe 420 con un’altra forlivese, Giulia Gatta, con cui ko ottenuto buoni risultati. Poi, finito il liceo, mi sono trasferita a Genova e sono passata alla categoria 470, ma visto che Giulia aveva smesso e non riuscivo a trovare partner, nel 2020, complice il Covid, la mia avventura nella vela sembrava finita".

Invece?

"Ho iniziato ad allenare i ragazzi allo Yacht Club di Rimini, dove mi è stata data la possibilità di provare la classe J70, una barca di sette metri con un equipaggio di 4 o 5 elementi. Nel 2023 ho trovato come sponsor l’Ilva Glass di Pesaro e un equipaggio maschile formato da velisti più grandi di me e molto bravi come il tattico Filippo Baldassari, il ‘tailer’ Matteo Marellina e il randista Luca Tubaro".

E sono arrivati i successi.

"Soprattutto la conquista del titolo italiano assoluto nell’ottobre 2023 a Lerici e poi la partecipazione al Mondiale di Riva del Garda, dove sono stata la prima donna al timone".

Poi ora il grande successo.

"E’ stato un Europeo particolare vista la presenza di 84 equipaggi fra cui quelli di Stati Uniti, Brasile e Argentina. Siamo arrivati quarti ma primi degli europei, un successo fantastico".

Ora puntate al Mondiale?

"Restiamo coi piedi per terra, però diciamo che ci piace sognare".

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