Fabo contro la storia del basket. Al PalaTagliate c’è la Virtus Roma

L’intervista all’ex dirigente capitolino Gino Natali: "Sfide così devono rappresentare uno stimolo in più"

di Redazione Sport
2 ottobre 2024
Gino Natali a colloquio con coach Federico Barsotti (foto Goiorani)

Gino Natali a colloquio con coach Federico Barsotti (foto Goiorani)

Solo lo sport può dare la possibilità a una cittadina di ventimila abitanti come Montecatini Terme di misurarsi con una realtà come Roma. Succederà anche stasera al PalaTagliate di Lucca, quando alle 20:30 la Fabo Herons e la rinata Virtus Roma 1960 incroceranno le armi nell’esordio casalingo dei rossoblù in Serie B Nazionale. E’ successo però molte volte negli anni d’oro dello Sporting Club 1949, e sempre nella massima serie. Gino Natali, dirigente di Montecatini prima e della Virtus poi, quegli scontri epici li ha vissuti tutti, su ambo le sponde.

Natali, lei è stato dirigente alla Virtus Roma dal 1995 al 2002. Cosa ricorda con più piacere di quel periodo?

"Per me fu un’esperienza straordinaria, un po’ perché era la prima fuori da Montecatini e un po’ perché mi aprì le porte di una bella carriera nel basket che conta. Di aneddoti ce ne sarebbero tanti, sono legato in particolare ad uno".

Ce lo racconta?

"Per la società furono anni di ripartenza dopo la retrocessione del 1994, poi scongiurata. Giocavamo al PalaEUR, un impianto da tredicimila posti che ci sembrava impossibile da riempire. Dissi: ’Se riusciamo a portarci più di diecimila persone faccio il bagno nella fontana di Trevi’. Il seguito attorno alla squadra tornò a crescere e una domenica della stagione 1996-97 contro la Kinder Bologna registrammo più di dodicimila presenze. Così tenni fede alla promessa".

La sua esperienza nel club capitolino non è l’unica cosa a legare due realtà apparentemente così distanti tra loro.

"In effetti no, ci sono i trascorsi con le canotte rossoblù e giallorossa dei due giocatori simbolo di Montecatini cestistica, ovvero Mario Boni e Andrea Niccolai. La cessione di Andrea alla Virtus nel 1990 per la cifra record di tredici miliardi di lire fu un’operazione clamorosa, che garantì stabilità economica e competitività a Montecatini per diverse stagioni. Ma Montecatini e Roma sponda Virtus hanno anche altro in comune".

Che cosa?

"Il fatto che siano due piazze storiche del basket italiano, nelle quali il fuoco della passione dei tifosi ardeva sotto la cenere: sono bastati due progetti seri per farlo divampare di nuovo".

Cosa ne pensa di questa nuova Virtus Roma 1960 che si riaffaccia in un campionato nazionale da neopromossa?

"So solo che a far scoccare la scintilla per la rifondazione della società è stato Alessandro Tonolli, che ai miei tempi era un giovane giocatore di belle speranze, e di questo sono molto contento. I risultati per ora stanno dando loro ragione a lui e a Maurizio Zoffoli, c’è voglia di riportare questa piazza dove merita di stare.

E per una squadra come gli Herons cosa significa affrontare una sfida del genere?

"Potersi confrontare con una realtà come la Virtus Roma, che ha vinto scudetti, un’Eurolega e coppe varie può e deve essere uno stimolo in più".

Filippo Palazzoni

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