Il commento. Non è finita. Ma se succedesse, solo applausi

Forlì ha vissuto diverse rimonte storiche da 0-1, dimostrando resilienza e determinazione. Nonostante le sfide, la squadra deve restare unita e puntare alla vittoria, con il sostegno dei tifosi.

21 maggio 2024

Ci sono tre occasioni in cui Forlì, nella sua storia, ha ribaltato uno 0-1: Sant’Antimo (2007), Lumezzane (2009) e Valsesia (2016). Altri due episodi, quasi preistorici, risalgono alle promozioni dalla B2 della Fulgor (2000) e Libertas (2001), prima che le due società si fondessero. In tutti i casi era serie B e soprattutto Forlì era sulla carta più forte dei rivali. Come Milano contro Trento nei playoff scudetto di quest’anno, da 0-1 a 1-3: paragone troppo impegnativo per l’Unieuro vista domenica. Diciamo Venezia contro Reggio? Da 0-1 a 3-2.

Paradossalmente l’esempio più calzante è quello meno piacevole: nel 2011 Forlì perse gara1 con la Fortitudo e sembrava morta, alle prese con vari infortuni: invece... sì, perse la finale, ma per una circostanza francamente pazzesca. Un passo alla volta: i biancorossi devono ‘semplicemente’ portare a casa gara2 in qualche modo: nel 2011 ci riuscirono, un anno fa contro Cremona la partita gli scivolò e a quel punto non c’era nulla da fare.

Proviamo a pensare a un altro dato: Rimini, Luiss Roma, Latina, Urania Milano. Sono alcune delle partite perse dai giuliani, soprattutto in casa (senza Reyes, va bene, ma cosa deve dire Forlì?) e che hanno minato a lungo la crescita della squadra di coach Christian. Tutte rivali, va sottolineato, che Forlì ha battuto: magari quella Trieste un po’ incerta torna fuori all’improvviso. A volte nei playoff occorre rimanere vivi, poi chissà.

Insomma, non è finita. Ma se succedesse, Forlì deve comunque tributare un grande omaggio alla squadra. Rimanendo fino alla fine per applaudirla. Possibilmente in almeno 3.500. Numeri e stile necessari per costruire una grande realtà come la Pallacanestro 2.015 ambisce ad essere.

Marco Bilancioni

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