"Tornare a Reggio è stata un’emozione forte"

Gianluca Basile ha visto la Nazionale. "La città ha accolto gli azzurri in modo splendido. Peccato per la sconfitta, ma l’impegno c’è stato"

di GABRIELE GALLO
28 novembre 2024
"Tornare a Reggio è stata un’emozione forte"

Gianluca Basile ha visto la Nazionale. "La città ha accolto gli azzurri in modo splendido. Peccato per la sconfitta, ma l’impegno c’è stato"

Reggio non ha dimenticato Gianluca Basile, perché il suo mito è nato qui. E lunedi sera, rivedendolo in via Guasco in occasione della sfida tra Italia e Islanda per le qualificazioni a Eurobasket 2025, gli ha tributato i giusti onori. Ma nemmeno lui ha dimenticato la nostra città. Consapevole di quanto è stata fondamentale nella sua formazione di uomo e giocatore. Alla soglia dei 50 anni, li compirà a gennaio, c’è una parte del "Baso" ancora saldamente legata alle rive del Crostolo.

Basile, dopo parecchio tempo l’abbiamo rivista al Bigi.

"Un’emozione indescrivibile, cominciata ben prima di arrivare al palasport".

Davvero?

"Erano tanti anni che non tornavo alla stazione di Reggio, quella storica. Ed è stato come fare un salto indietro di 31 anni, quando vi giunsi per la prima volta, da giovanissimo. Con tanti sogni, ma anche tante incognite davanti, solo con me stesso". Rimase ad aspettare diverse ore...

"Eh, sì..., ci fu un malinteso con chi doveva venire a prendermi e rimasi lì per parecchio tempo. Ma fu già quella una prima importante prova".

Adesso la zona della stazione è un po’ cambiata rispetto agli anni ’90.

"Dice per la gente che la frequenta? Ormai è così un po’ dappertutto. Ma il mio tuffo al cuore è stato nel vedere che era sempre lei, col grande atrio, i finestroni. Come quel giorno". L’accoglienza al PalaBigi?

"Gli applausi e le tante persone che mi hanno salutato sicuramente mi hanno fatto piacere, ma devo dire che sono stato festeggiato e abbracciato più fuori dall’impianto mentre stavo entrando. E soprattutto dai tifosi più… datati, diciamo così. Del resto sono cambiato parecchio anche io rispetto a quegli anni: meno capelli, più pancia...".

Chi ha ritrovato con più piacere?

"Al di là di lunedì sera, per l’incarico che ho con la Lega ho incontrato poco tempo fa Giordano Consolini (tuttora tra i tecnici di punta del vivaio Unhotels) l’uomo, prima che l’allenatore, che mi ha aiutato nei primi passi, mi ha fornito le basi fondamentali del gioco. In più non era facile, a quel tempo, dare a un ragazzo del sud, di 18 anni, un’opportunità di così alto livello. Oltretutto Reggio cercava dei lunghi, era piena di esterni di talento. Eppure ha avuto pazienza e fiducia. Poi, io ci ho messo del mio nel dare tutto me stesso per sfruttare questa opportunità clamorosa che mi era stata donata e nel mantenere una promessa che feci tra il primo e il secondo anno".

Quale?

"Non sarei mai mancato a un allenamento, anche mentre facevo il servizio militare. Per cui percorrevo in treno la tratta Firenze-Reggio Emilia tutti i giorni, spesso andata e ritorno. Ecco perché dicevo che la stazione di Reggio è quasi casa mia".

Altre persone che ha rivisto volentieri lunedì alla partita?

"Mario Ghiacci, che non vedevo da un sacco di tempo, come il mitico massaggiatore Beppe Bellelli, Andrea Menozzi e… mia sorella. Che non è che la veda spesso dato che viviamo a centinaia di chilometri di distanza".

Piaciuto l’ambiente che Reggio ha creato per l’Italbasket?

"Straordinario, ma non avevo dubbi. La città vive da sempre una passione infinita per la pallacanestro".

È mancata una bella partita, molti degli azzurri sono sembrati scarichi…

"Ho letto che molti hanno pensato ci fosse poca motivazione. Non esiste a questo livello: un giocatore vuole vincere sempre. Poi, a livello tecnico, non so spiegarmi cosa sia successo. Certo, la nostra è una Nazionale che, per le caratteristiche dei giocatori, non ha tante soluzioni da proporre; se le percentuali sono basse, va in difficoltà. In più gli avversari sono sempre stati lì, e nel finale è normale che chi gioca in casa ed è favorito, senta di più la pressione. Ma sono certo che la voglia di fare bella figura c’era".

L’Unahotels quest’anno è riuscito a seguirla?

"Per ora no, anche se Diana (la sorella, che lavora in Pallacanestro Reggiana, ndr) mi tiene aggiornato. Però sarò alla Final-Eight a febbraio, do appuntamento là alla Unahotels".

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