Alberici e un pallone che cresce: "Playoff, numeri e tanti progetti"

Il presidente della Figc Emilia-Romagna tra presente e futuro: "Mi candido ancora per proseguire il percorso"

di ALESSANDRO GALLO -
19 gennaio 2024
Alberici e un pallone che cresce: "Playoff, numeri e tanti progetti"

Alberici e un pallone che cresce: "Playoff, numeri e tanti progetti"

I numeri, l’introduzione dei playoff e il lavoro, prima, durante e dopo la riforma dello sport. Simone Alberici, avvocato, originario di Parma, è il presidente del comitato regionale della Figc. Eletto tre anni fa, sta per chiudere l’ultima stagione del suo mandato. L’intenzione, nel 2025, è quella di proseguire il cammino, per portare avanti il suo lavoro.

Avvocato, come sta il calcio in Emilia Romagna?

"Sono stato eletto tre anni fa. Sono stati tre anni tosti, all’insegna dei cambiamenti. Il Covid, il green pass, la riforma dello sport. Dobbiamo cercare di restare al passo con i tempi. E non è semplice".

I numeri sono rientrati nella normalità dopo il Covid?

"Non solo sono tornati, sono anche migliorati. A dimostrazione del buon lavoro svolto. E’ aumentato il numero delle squadre, c’è fermento nel settore giovanile. Siamo in crescita".

E’ all’ultimo anno del mandato…

"L’intenzione è quella di portare avanti il lavoro intrapreso. Soprattutto in relazione alla riforma dello sport".

Che dovrebbe essere positiva.

"Ci sono aspetti positivi, altri meno. Per le società dilettantistiche i cambiamenti non sono stati pochi. Diciamo che, la riforma, era necessaria per dare una dignità al lavoro. Ma ci sono tante persone che operano, o come secondo lavoro o come hobby. E trasformare un rimborso spese da 3mila euro in una contribuzione vera e propria cambia tanto. Sono aumentati i costi burocratici, quelli di assistenza professionale. Le società, che pure sono dilettantistiche, devono essere seguite da fiscalisti. E sono aumentati gli impegni e le responsabilità per i presidenti e anche per i dirigenti. Se mi passate lo slogan, io sono per una riorganizzazione aziendale delle società, non per un’aziendalizzazione".

A questo punto quale futuro: grigio o azzurro?

"Le nostre società sportive stanno dimostrando di avere una capacità di adattamento e di adeguamento incredibile. Soprattutto perché siamo passati da rimborsi a retribuzioni di lavoro. A contatti di lavoro cococo".

Il mondo del calcio dilettantistico spesso si è basato sul volontariato. State perdendo effettivi dopo questa riforma?

"La crisi del volontariato è partita molto prima. Non esiste più la figura della persona che va al campo e ci resta 5-6 ore".

Difficoltà nel coinvolgere le giovani generazioni? Ci vorrebbe un’app magica o un social per invertire la tendenza?

"Non credo possa bastare un’app. Anche se, per certi versi, questa può anche essere un’opportunità di crescita".

Campionati, tornei?

"Siamo in linea e nei tempi giusti. Anche se nell’ultimo weekend il maltempo ci ha costretto a sospensioni e rinvii. Siamo contenti di quello che abbiamo inserito nel settore giovanile".

Ovvero?

"Chi vince il campionato provinciale, viene promosso nel regionale. Ma con lo stesso gruppo. Prima, era diverso, Questo premio piace alle società".

Non solo questo.

"No, abbiamo introdotto i playoff in Eccellenza come in Terza Categoria e negli Juniores d’élite. Il riscontro è stato davvero buono. E poi…".

Poi?

"Un’altra idea che ha pagato è l’idea dell’anticipo del sabato. Il match clou. Anche qui il successo di pubblico non è mancato. Insieme con i playoff, uno dei nostri fiori all’occhiello".

Avesse la bacchetta magica?

"Punterei su due aspetti".

Quali?

"Prima di tutti gli impianti".

In regione non siamo messi male.

"Vero, verissimo. Però più impianti consentirebbero di crescere e migliorare".

Il secondo aspetto?

"Agevolazioni, come detrazioni fiscali, per chi sponsorizza il nostro mondo dilettantistico. Aiuterebbero tutti".

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