Carissimi vivai, quanto costate. Milioni di spese ma i baby non giocano

L’Inter investe circa 20 milioni, i rossoneri 11 ma lanciano in prima squadra più ragazzi. La Dea? Incassa

di GIULIO MOLA -
22 dicembre 2023
Carissimi vivai, quanto costate. Milioni di spese ma i baby non giocano

Carissimi vivai, quanto costate. Milioni di spese ma i baby non giocano

I numeri dicono che quello del Milan, ad oggi, sembra essere il miglior vivaio d’Italia. E non solo perché nella prima parte della stagione Stefano Pioli ha attinto a piene mani dalla Primavera di Ignazio Abate facendo esordire i vari Bartesaghi, Camarda e Simic ma anche per un altro motivo: facendo riferimento ai tre campionati nazionale (under 15, under 16 e under 17) cui partecipano le quaranta società di serie A e B, le formazioni rossonere sono quelle dal rendimento più alto. Inter e Atalanta restano nella top ten, seguite dal Monza. Più staccati invece i club di B come Como, Feralpisalò e Lecco.

La realtà è che in Italia, per i nostri settori giovanili, si potrebbe fare molto di più, se è vero che spendiamo 120 milioni praticamente per non far giocare i ragazzi. Già, sembrerà strano ma è così: in un mercato sempre più complicato e limitato per i club nostrani, in Serie A si investono cifre importanti ogni stagione tra acquisizione di cartellini, stipendi e costi di gestione. Ma gli effetti sul campo nonsi vedono.

Sul podio di chi investe c’ è l’Inter: la cifra ammonta tra i 15 e i 20 milioni, anche se nell’undici di Simone Inzaghi l’unico titolare proveniente dal vivaio è il 25enne Federico Dimarco. Ma il problema serio è che i talenti fatti in casa ce li godiamo poco: all’Inter uno come Cesare Casadei non lo ha visto praticamente nessuno mentre l’Atalanta ha incassato oltre 113 milioni in 11 anni perché i suoi baby prodigio sa venderli bene. È anche vero però che quella a disposizione di Gian Piero Gasperini è pure la squadra che ha in rosa più prodotti nel vivaio: ben 13, compresi Okoli, Scalvini e Carnesecchi, protagonisti dell’U21 e che solo da qualche settimana stanno trovando spazio con maggior continuità. Impossibile immaginare di metersi sullo stesso piano di un club come il Manchester United, che ha 14 giocatori cresciuti in casa e utilizzati più del triplo dei bergamaschi.

La Juventus, invece, ha 10 prodotti del vivaio in rosa, tra cui Miretti e lo squalificato Fagioli, frutto di investimenti annui da 13 milioni. A cui si sommano i vari prestiti in giro per l’Italia (Soulé, Kaio Jorge e Huijsen su tutti) e 15 per la Next Gen, la seconda squadra che gioca in Serie C. Passando al Milan va sottolineato che anche qui negli ultimi cinque anni siano state raddoppiate le risorse destinate al settore giovanile, arrivando a 11 milioni. A disposizione di Pioli, prima del lancio in prima squadra di Bartesaghi, Camarda e Simic c’erano solo Calabria e Pobega (Colombo è in prestito al Monza). Tanti altri cresciuti nel vivaio del Vismara giocano altrove: Locatelli e De Sciglio alla Juventus, Darmian all’Inter, Daniel Maldini all’Empoli in prestito.

Allargando il discorso: la Fiorentina investe nel vivaio 10 milioni, la Roma 6,5, molto meno invece la Lazio (2,5 milioni, come il Bologna), mentre il Lecce campione d’Italia Primavera 4 milioni. La verità è che salvo rare eccezioni, il nostro non è un campionato per giovani. La Serie A è al terzo posto per età media dei giocatori (26 anni) e al secondo per percentuale di stranieri. Ben altri numeri in Francia e Spagna, dove si privilegia l’utilizzo dei calciatori locali, soprattutto giovani. E così mentre il diciottenne Gavi ha già più di 100 presenze nel Barcellona, quasi nessuno degli azzurrini U19 gioca con continuità tra i grandi. E la Primavera diventa un parcheggio prima di decollare spesso verso nuovi lidi europei.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su