Cesena, a Gubbio un punto d’oro zecchino. Una squadra forte come mentalità e tattica

I bianconeri sono stati coriacei, ben coperti e accorti ma non hanno mai rinunciato a riproporsi nonostante l’inferiorità numerica

di DANIELE ZANDOLI -
7 novembre 2023
Cesena, a Gubbio un punto d’oro zecchino. Una squadra forte come mentalità e tattica

Cesena, a Gubbio un punto d’oro zecchino. Una squadra forte come mentalità e tattica

Un punto d’oro zecchino per il Cesena, vista come si era messa la gara di Gubbio, un match già difficile di suo che non necessitava di ulteriori complicazioni. Giocare un intero match in dieci contro undici è senza dubbio un handicap importante, soprattutto su un campo insidioso contro una formazione ambiziosa, nonostante il cammino claudicante di questo primo scorcio di campionato. C’è da dire che gli umbri non si sono poi rivelati, a dati oggettivi, un complesso particolarmente pericoloso e troppo temibile.

Oltre all’occasione che ha portato alla rete del vantaggio, arrivata su gentile omaggio di Ciofi, ne hanno creato un’altra importante per il raddoppio, ancora su macroscopica indecisione difensiva, quando Di Massimo ha centrato il mento di Pisseri anziché appoggiare comodamente in rete. Per il resto null’altro. Per il resto il Gubbio si è abbandonato ad una stantia e improduttiva ragnatela di passaggi fra difensori, incapace di verticalizzare.

Merito però, e questo va detto chiaramente, di un Cesena coriaceo, ben coperto, una gagliarda prestazione tattica e mentale della squadra romagnola. Evidente il merito per non aver mai abbassato la guardia, o abbandonato l’obiettivo del pareggio fino al suo raggiungimento con la splendida azione di Kargbo e di Adamo.

Questo gruppo sta crescendo e l’ha dimostrato proprio a Gubbio dopo aver involontariamente subito svantaggio numerico. Ognuno al pezzo, difesa arcigna con la macroscopica eccezione di Ciofi, in evidente giornata no. Centrocampo impostato sulla robusta interdizione di un De Rose a tratti superlativo, ben supportato da Francesconi, perfetto nel ruolo di gregario. Bumbu invece no; ha consumato la ventina di minuti che Toscano gli ha concesso, prima di sostituirlo per evidenti motivi tattici, senza meriti da evidenziare o sottolineare. Ma il match aveva assunto un aspetto particolare non per colpa sua.

Due le note molto positive, a cominciare da Kargbo, il cui assist filtrante per Adamo è stato da antologia. Il ragazzo merita il posto fisso in campo per abnegazione e incisività, quando parte non lo ferma nessuno, peccato se ne siano accorti anche i tecnici della sua nazionale che continueranno a convocarlo togliendolo quindi al Cesena.

L’altra nota positiva viene dalle due ali, come si chiamavano una volta. Donnarumma e Adamo stanno facendo bene, danno brio e sostanza alla manovra offensiva e aiutano anche in difesa.

Le note negative stavolta arrivano dall’attacco. Shpendi e Ogunseye sono apparsi ancora fuori forma, lenti, involuti, hanno favorito il lavoro dei difensori umbri anche perché la squadra, per l’inferiorità numerica, non li ha quasi mai aiutati in fase offensiva, praticamente esauritasi col gol di Adamo.

E poi c’è Simone Corazza. Chi lo conosce bene sa che è un bravo ragazzo, di quelli che non farebbero male a una mosca. Però è la seconda volta che cade nel tranello del difensore di turno. E’ successo ad Alessandria l’anno passato, domenica 23 aprile all’ultima giornata di ritorno, si è ripetuto a Gubbio. Corazza nel caso specifico tenta di divincolarsi dalla stretta di Signorini, per il guardalinee è lui a reagire e questo porta l’arbitro ad espellerlo. Le immagini televisive dimostrano che non ha colpe ma il Var non c’è e paga lui con la squalifica ma soprattutto il Cesena che lo perderà per almeno due partite.

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