Dodo Stefani più forte del destino avverso: "L’incidente? Sì, ma il calcio mi ha reso felice"

Bandiera dell’Urbino, Spal e Fiorentina lo volevano ma uno scontro in auto lo costrinse a quattro anni di inattività. Poi la missione di diesse

16 marzo 2024
Dodo Stefani più forte del destino avverso: "L’incidente? Sì, ma il calcio mi ha reso felice"

Dodo Stefani più forte del destino avverso: "L’incidente? Sì, ma il calcio mi ha reso felice"

Dodo Stefani, 71 anni da Urbino, ex calciatore di talento e poi direttore sportivo: "Ho esordito in Eccellenza a 17 anni con la Falco Acqualagna – dice – l’allenatore era l’ex gloria dell’Ancona Miserocchi e in D ci andò il Camerino di Massimo Palanca che poi passò al Catanzaro in serie A e al Napoli. Dopo un anno passai all’Urbino allenato da Novelli ex giocatore di Napoli, Sampdoria e Spal il quale mi segnalò subito al mitico presidente della Spal Paolo Mazza. Nel frattempo andammo in trasferta a Montecatini Terme allenata dall’Argentino Montuori ex Fiorentina che in quanto oriundo giocò anche nella Nazionale Italiana. Mi fece chiamare dalla squadra viola per un provino che poi non feci in quanto il presidente della Spal allertato da mister Novelli, anticipò tutti firmando con l’Urbino un preliminare di prelazione per poi contrattualizzarmi a fine stagione. Seppi tutto a giochi fatti. Purtroppo la settimana successiva fui vittima di un gravissimo incidente d’auto che mi costrinse a rimanere fermo per quasi 4 anni e naturalmente saltò tutto. L’Urbino riuscì poi a farmi avere il nullaosta per la ripresa e li rimasi 3 stagioni non senza difficoltà fisiche e soprattutto motivazionali, per poi divertimi gli anni successivi in serie minori. Il treno era passato!".

Ed è incominciata l’esperienza di direttore sportivo: "È il ruolo che più mi ha appassionato. Iniziai quando Il Gallo e il Colbordolo decisero di portare avanti un progetto per la realizzazione di un Consorzio Sportivo di nome Azzurra, pur mantenendo entrambe la propria matricola Figc di appartenenza. Diressi il settore tecnico di due squadre, una in Prima e l’altra in Seconda categoria. Vincemmo entrambi i campionati. Pertanto il Consorzio decise di fare una fusione tra le due società con il nome Azzurra Gallo Colbordolo disputando con buoni risultati la Promozione. Ma la soddisfazione più grande è stata quella di riuscire a inserire l’Azzurra nel progetto Inter Campus. Assieme ai diesse di altre società di tutta Italia sono stato ospite per tre giorni a Nevegal sede del ritiro della Primavera Interista per proporre l’inserimento delle società da noi rappresentate, dopodiché l’Inter avrebbero comunicato le sue scelte. I responsabili del settore Interista erano l’anziano Mariolino Corso solo per il nome che portava e Mereghetti quello operativo a tutti gli effetti. Con il presidente Mulazzani ci recammo a Milano nella Sede interista per la firma del contratto. Non si trattava del solito gemellaggio fine a se stesso, ma di un serio progetto dove l’Inter investì molto con l’intento di creare una catena di società satelliti in Italia. Dopo tre anni andai al Cattolica Calcio dove vincemmo il campionato. L’anno successivo fui chiamato dall’Urbino in serie D a campionato già iniziato da 10 giornate con la squadra ultima in classifica. Riuscimmo a salvarci per la coesione ritrovata. La stagione seguente lasciai l’incarico per poi essere richiamato l’anno successivo in Eccellenza dove disputammo tre campionati dignitosi non privi di soddisfazioni. Dopodiché lasciai l’Urbino definitivamente e fu 4 anni prima che la società attuale si insediasse a seguito di varie retrocessioni. Giusto riconoscere agli attuali dirigenti il merito di aver dato continuità alla tradizione calcistica urbinate".

I segreti del diesse. "Per quanto mi riguarda ho sempre avuto un legame schietto e profondo con tutti basato sulla correttezza reciproca cercando di tenere in equilibrio le componenti societarie al fine di agevolare il lavoro sia dello staff tecnico che dei calciatori. Il compito di un diese non si limita al mercato ma anche a far sì che tutti vadano nella stessa direzione".

La riconoscenza ai tecnici: "Ricordo tutti con affetto e stima, ma nomino quelli con cui per vari motivi a tutt’oggi sono in contatto. A Cattolica portai Paolo Mazza che a quei tempi era iI selezionatore dalla Nazionale di San Marino. Ad Urbino l’anno della serie D feci ingaggiare Marco Carrara ex calciatore professionista di lungo corso con Arezzo, Messina, Reggina, Ancona dei tempi d’oro. Per Marco era la prima esperienza in veste di allenatore ma dimostrò subito la sua onestà intellettuale e di essere una persona di grande spessore umano. Filippo Giovagnoli che portai a Urbino in Eccellenza dopo aver iniziato il suo percorso in Promozione con l’Urbania. Oggi è un allenatore in grande crescita con esperienze fatte in America, Irlanda e attualmente Direttore Tecnico nella Serie A Svizzera . Completai lo Staff del bravo Filippo inserendo 2 ragazzini ventenni appena diplomati Isef alla loro prima esperienza per poi diventare entrambi professionisti: Marco Giovannelli preparatore atletico di diverse squadre professionistiche, oggi nello Staff tecnico della Vis Pesaro e Angelo Porracchio, preparatore dei portieri nello staff di Italiano in serie A prima nello Spezia e per 2 anni nella Fiorentina".

Amedeo Pisciolini

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