Eccellenza, Sfredda sul rush finale: "La Civitanovese è la vera sorpresa"

L’ex diesse della Maceratese: "Resto convinto che la Rata sia una delle più forti del campionato"

3 aprile 2024
Eccellenza, Sfredda sul rush finale: "La Civitanovese è la vera sorpresa"

Eccellenza, Sfredda sul rush finale: "La Civitanovese è la vera sorpresa"

Maceratese, Dino Pagliari, Civitanovese, Sangiustese, Chiesanuova e Montefano: sono i temi trattati da Giuseppe Sfredda, fino a poco tempo direttore sportivo dei biancorossi.

Sfredda, in Eccellenza che finale di stagione sarà?

"Entusiasmante e incerto".

Favorita per la vittoria finale?

"La Civitanovese è padrona del suo destino, vincendo a Tolentino e nello scontro diretto è in serie D".

Ma dovrà fare i conti con il Montefano.

"Si tratta di una squadra in ascesa, è in buona condizione, non ha certe pressioni e finora ha fatto benissimo".

È d’accordo ad indicare nel Chiesanuova la sorpresa?

"Non può essere ritenuta una sorpresa quando al volante hai Mobili, un tecnico che ha fatto sempre bene e conosce la categoria come le sue tasche. A ciò aggiungiamoci un attacco forte. La società è stata intelligente ad affidarsi a un condottiero come lui".

Allora qual è la sorpresa della stagione?

"La Civitanovese. I rossoblù hanno avuto la tranquillità di non dovere vincere per forza e hanno azzeccato certe scommesse come Brunet, Becker, Bagnolo. La squadra, formata da gente motivata, è stata poi affidata ad Alfonsi che sa gestire bene il gruppo, sa coinvolgerlo. E poi ci sono le annate giuste".

Qual è la mina vagante del campionato?

"Il Castelfidardo, una squadra che esprime davvero un bel gioco".

E domenica ci andrà la Maceratese in una gara che i biancorossi non possono fallire, che partita prevede?

"Una gara da tripla. La Rata degli ultimi periodi – spiega Sfredda – si è espressa con maggiore spavalderia e quando sei propositivo può anche venire meno qualche equilibrio. La formazione biancorossa a volte non ha sfruttato appieno certe occasioni, penso a Montegranaro e al match interno con il Montefano. È il discorso che facevo prima, ci sono annate particolari. Resto convinto che la Maceratese sia una delle più forti del campionato".

Cosa non ha funzionato?

"Nessuno ha la medicina giusta, ma ci sono annate che prendono una determinata piega. Il nostro avvio è stato complicato e comprensibilmente ne sono seguite delle critiche date certe aspettative, qualche giocatore non ha reso secondo quanto si pensava".

Ha dei rimpianti?

"Certo che ne ho, però non posso dire che ci sia stato qualcosa che non mi piaceva perché altrimenti non avrei accettato e avrei fatto un’altra scelta".

Tuttavia lei non avrebbe affidato la squadra a Dino Pagliari?

"Avrei fatto un’altra scelta. Chiariamo, Pagliari è un tecnico importante, un professionista con il quale mi sento spesso, ma non conosceva la categoria e ci vuole tempo per calarsi in un’altra dimensione e la Maceratese non aveva tanto tempo a disposizione. Ho conosciuto in Pagliari un uomo vero, un grande professionista che mi porterei ovunque, ma con questo tipo di allenatore occorre che ci sia a monte una programmazione".

Perché avrebbe preso Brini?

"Lo conosco, so come lavora, conosce gran parte dei giocatori e la categoria".

L’Azzurra Colli è condannata?

"Non ne sono convinto. È vero che ha avuto un peso la sconfitta con la Sangiustese, che ha meritato la vittoria. Ecco, ci sono annate particolari: chi avrebbe detto che l’Azzurra sarebbe ora in fondo dopo avere rinforzato una squadra che l’anno prima aveva disputato i playoff? Capisco che si parli tanto della Maceratese perché è una piazza e ha una tifoseria importanti, ciò fa passare in secondo piano le stagioni di Montegranaro, Osimana, Sangiustese e K Sport. Solo il Monturano ha rispettato le aspettative iniziali: è partita per salvarsi e sta lottando per rimanere in Eccellenza".

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