Eccellenza, verso la finale: ancora nulla di ufficiale su sede e orario. Stadio a porte chiuse?. Osimana: "Ripensateci»
OSIMANA ‘’Ripensateci’’. Si legge più volte nel comunicato emanato ieri dalla società Osimana. Destinatari le Autorità di Pubblica Sicurezza, ma...
‘’Ripensateci’’. Si legge più volte nel comunicato emanato ieri dalla società Osimana. Destinatari le Autorità di Pubblica Sicurezza, ma anche la Figc. Sulla probabile decisione di disputare la finale di Coppa Italia di Eccellenza, Osimana-Maceratese, in programma giovedì 21 dicembre, a porte chiuse (a Senigallia dovrebbe essere). Una decisione arrivata dopo i tafferugli scoppiati domenica, prima ma soprattutto dopo la partita di campionato disputata all’Helvia Recina proprio tra Maceratese e Osimana. Il comunicato della società giallorossa inizia così: "Esiste una cosa, nonostante tutto, che ci spinge a gestire una società sportiva. È quella cosa che è nata da bambino, cresciuta da ragazzi e coltivata da adulti. Si chiama passione. È passione che vediamo ogni sera, nello spogliatoio della prima squadra, nell’attesa di una finale, forse l’unica della carriera, dove correre e combattere, gioire o piangere davanti al proprio pubblico. È quella che fanno trepidare nell’attesa tanti sportivi, di Osimo e Macerata". Che rischiano però di non poter assistere alla finale. Perché "mercoledì ci è stato comunicato che la finale si giocherà a porte chiuse. Lo hanno deciso le autorità. Pensateci bene, ripensateci. Quale messaggio mandate ai nostri dirigenti, ai bambini, ai ragazzi? Incapacità? Di gestire 20? 30? 50 ragazzi sopra le righe? Rappresaglia? Per i disordini nati domenica, coinvolti 20? 30? 50 ragazzi? Sappiamo bene, perché lo abbiamo visto sempre ad Osimo, che le forze dell’ordine sono efficienti e perfettamente capaci di gestire tale evento e godono della nostra stima. Voi state uccidendo la nostra passione, quella sul nascere di bambini, quella dei ragazzi, quella di tanti sportivi e soprattutto quella dei dirigenti di un domani, quando voi non ci sarete più e di questo passo, neanche quello che noi rappresentiamo nella vita di tanti ragazzi e famiglie. Osimana e Maceratese gridano, implorano: ripensateci".
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