Fermana, quanto amaro in bocca. Addio alla C e alla sfida con l’Ascoli

Con la retrocessione non tornerà il derby che manca da 22 anni. In sette stagioni tanti giovani valorizzati

20 maggio 2024
Fermana, quanto amaro in bocca. Addio alla C e alla sfida con l’Ascoli

Fermana, quanto amaro in bocca. Addio alla C e alla sfida con l’Ascoli

di Filippo Rocchi

Se c’è una cosa sicura del futuro della Fermana, forse l’unica, è che il professionismo non c’è più. Dopo sette anni, i gialloblù lasciano la serie C senza possibilità di ripescaggio, già "usato" dopo la retrocessione ai playout contro la Viterbese di due anni fa. All’epoca fu Vecchiola a fare da paracadute della Fermana. Proprio a lui, dopo la promozione in C, gli si chiedeva di riportare la squadra al Del Duca. Il derby con l’Ascoli manca da troppo tempo: l’ultimo risale al 30 marzo del 2002. La coppia d’attacco della Fermana era formata da Nassi e Lemme, marcati da un certo Barzagli, campione del mondo quattro anni dopo. Il paradosso è che, quando l’Ascoli retrocede dalla serie B alla C, la Fermana torna tra i dilettanti. Un brutto smacco per i gialloblù, il Del Duca non era mai stato così vicino. Bisognerà aspettare ancora, uno dei tanti strascichi negativi della retrocessione, forse quello che conta meno. Ma invece, cosa resta alla Fermana di sette anni di professionismo? Resta la consapevolezza che quella di Fermo è una piazza che può tranquillamente sostenere la serie C. Il Recchioni, tolte le due stagioni delle retrocessioni, non è mai stato terreno di conquista facile per le tante corazzate incontrate: dal Padova alla Reggiana, passando per Vicenza e Sudtirol. A Cesena ricordano ancora con un nodo allo stomaco quella punizione di Molinari all’82esimo sotto il diluvio del Recchioni, o il 2-0 di Fermo della scorsa stagione con il primo vero trattato del gioco prottiano. La Fermana con queste squadre può dialogarci tranquillamente e lo ha fatto per sette anni. Della serie C a Fermo rimangono i tanti giocatori valorizzati. Prendendo in esame solo la scorsa stagione, dove Maggio e Romeo hanno trovato la loro prima vera occasione in serie C a Fermo. Il primo ha trascinato ai playoff la Pro Vercelli, il secondo ha conquistato la serie B con la Juve Stabia. Tanti i giocatori rilanciati nella prima era Protti, Giandonato e Fischnaller su tutti. Ma, guardando questo punto di vista, rimane anche la poca capacità nel monetizzare il tanto lavoro fatto con i giocatori valorizzati o rilanciati. Alla Fermana della serie C rimane il fatto di aver portato in giro per l’Italia il nome di Fermo. In primis con la squadra, ma soprattutto con i tifosi, presenti in ogni trasferta per sette anni. Salvo cause di forza maggiore come Covid o gare a porte chiuse. La tifoseria gialloblù con il professionismo ha fatto uno scatto di maturità fondamentale per esportare la città su tutti i campi della C. Resta però anche il problema che la parola professionismo spesso negli uffici di Viale Trento non è stato preso alla lettera. Troppe disattenzioni e poca lungimiranza. Ciò ha portato alle due retrocessioni in tre anni.

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