Forlì, il ritorno di Gaiola: "Che lotta. E noi ci siamo. Domenica vietato fallire"

Il capitano, rientrato a Sant’Angelo dopo i tre turni di squalifica, rilancia: "Peccato, meritavamo di vincere, ma è stato importante pure non perdere".

di MARCO LOMBARDI -
15 marzo 2024
Forlì, il ritorno di Gaiola: "Che lotta. E noi ci siamo. Domenica vietato fallire"

Forlì, il ritorno di Gaiola: "Che lotta. E noi ci siamo. Domenica vietato fallire"

Parafrasando un antico proverbio francese, potremmo dire che Riccardo Gaiola è tornato "al centro del villaggio". Dopo tre turni di stop forzato per lo sputo di Fidenza, infatti, il capitano del Forlì è riemerso dal fango di Sant’Angelo Lodigiano e adesso è pronto a ‘disarcionare’ il Fanfulla per spingere i biancorossi all’assalto della serie C.

Gaiola, smaltita l’amarezza per il pari di domenica?

"Ripensandoci c’è ancora un po’ di rammarico perché le situazioni più nitide le abbiamo avute noi. Abbiamo fatto una buona partita, malgrado un terreno di gioco ai limiti della praticabilità. Peccato non aver ottenuto i tre punti. Tuttavia quando non si riesce a vincere, l’importante è non perdere".

A Sant’Angelo Lodigiano ha ritrovato il campo dopo la stangata del giudice sportivo: quanto ha patito a stare fuori?

"Mi è dispiaciuto molto lasciare i miei compagni in un momento così importante, fortunatamente però adesso posso dare il mio contributo alla causa".

In classifica avete perso terreno dalla vetta. Domenica è obbligatorio battere il Fanfulla al ‘Morgagni’.

"Sì, è una partita che non possiamo sbagliare, pur conoscendo il valore di un’avversaria che in trasferta ha perso solo una volta. Non sarà facile".

Di sicuro il calendario non è alleato del Forlì, che dopo il Fanfulla incontrerà in sequenza tutte le prime della classe: preoccupato?

"Direi piuttosto che sarà uno stimolo importante, perché per vincere il campionato dovremo necessariamente fare risultato in quelle partite. Gli scontri diretti saranno decisivi".

Cosa vi induce a sperare di centrare il bersaglio grosso?

"La crescita e lo sviluppo della squadra, sotto ogni punto di vista. Abbiamo accusato qualche difficoltà all’inizio, ma poi siamo lievitati tanto da dimostrare di potercela giocare con tutti. Siamo un grande gruppo, compatto: questo fa ben sperare".

Quali le big che l’hanno maggiormente impressionata?

"Il Ravenna per il carattere e il Carpi per le qualità tecniche nell’organico".

La lotta per la promozione in serie C sarà un discorso circoscritto a tre squadre (Ravenna, Carpi e Forlì) o potrebbe allargarsi alle inseguitrici?

"Non credo che riguarderà solo le attuali prime tre, perché altre formazioni, Lentigione e Victor San Marino ma anche il Corticella, viaggiano allo stesso ritmo. Siamo tutti lì, in una manciata di punti".

Lei è cresciuto nel settore giovanile dell’Inter, condividendo lo spogliatoio con Dimarco: è dispiaciuto per l’eliminazione dei nerazzurri dalla Champions?

"Sì, perché dopo la gara di andata, ma anche quella di mercoledì a Madrid, non meritavano di uscire. Dimarco non lo sento più, ma sono rimasto in contatto con altri miei ex compagni nella Primavera, tra i quali Di Gregorio, l’attuale portiere del Monza".

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