I due volti dell’Arezzo targato Manzo. Qualificazione ai playoff e ingaggi bassi

La politica di non incorrere in spese folli e far crescere i giovani presenti in squadra non ha impedito di scavalcare corazzate

27 aprile 2024
I due volti dell’Arezzo targato Manzo. Qualificazione ai playoff e ingaggi bassi

I due volti dell’Arezzo targato Manzo. Qualificazione ai playoff e ingaggi bassi

di Luca Amorosi

AREZZO

La sfida di domani sera al Comunale con il Sestri Levante chiuderà il primo campionato dell’Arezzo dal ritorno in C. Non sarà, però, l’ultima partita della stagione del Cavallino e già questo è indicativo della bontà di quest’annata. Da neopromossi, infatti, gli amaranto si sono garantiti almeno un turno di playoff, forse fuori casa con l’obbligo di vincere per qualificarsi, ma con ancora la possibilità di arrivare al settimo posto che permetterebbe di giocare in casa con anche il pareggio come risultato utile.

Non era scontato, se si considera la presenza nel girone B di tante squadre con ambizioni di vertice che si traduce anche in un budget stanziato ben più ampio di altri club, tra cui anche l’Arezzo. Non un male, d’altronde come ha sempre sottolineato il presidente Manzo la parola d’ordine è sostenibilità senza voli pindarici. Vale a dire si spende quanto necessario per non incorrere in brutte sorprese.

Parole che hanno poi trovato conferma anche nel lavoro di Paolo Giovannini e Nello Cutolo, nella scelta degli acquisti e nella valorizzazione dei giovani (molti dei quali reduci dalla vittoria della serie D) che si è tradotto in un’opera di valorizzazione di elementi giovani e appetibili sul mercato.

Tornando però al tema del monte ingaggi nella classifica relativa alle venti squadre del girone (alla data del 1° gennaio), infatti, l’Arezzo è quattordicesimo con meno di un milione (988.211 euro), davanti solo a Olbia, Fermana, Pontedera, Recanatese e, appunto, Sestri Levante.

Ciò significa che, rispetto alle spese, l’Arezzo ha "recuperato" dalle quattro alle sette posizioni, a seconda della classifica finale. Un dato da accogliere positivamente, se pensiamo ad esempio che società come Spal e Virtus Entella, prima e terza per spese sostenute (sette milioni la Spal, quasi cinque l’Entella), termineranno il torneo dietro al Cavallino, fuori dai playoff e anzi, con i liguri ancora a rischio di essere risucchiati nei playout.

Gli amaranto hanno fatto meglio anche di Lucchese e Ancona, ottava e nona nella speciale classifica del monte ingaggi: i rossoneri hanno speso 1,4 milioni più un altro tra premi e diritti d’immagine, mentre i marchigiani quasi 2 milioni solo di ingaggi. Ebbene, la Lucchese finirà la propria stagione domani, mentre l’Ancona si gioca il tutto per tutto per evitare gli spareggi retrocessione. Da evidenziare, inoltre, il caso del Rimini: addirittura sesto per monte ingaggi, potrebbe superare il Cavallino solo in quest’ultimo turno. Perfino un’altra neopromossa come il Pineto ha speso di più, senza per questo arrivare davanti alla squadra di Indiani. Tra i casi più virtuosi del girone ci sono la Torres, che con una spesa complessiva inferiore a quella dell’Arezzo ha centrato il secondo posto, e il Pontedera, che con meno di 800mila euro giocherà almeno un turno di playoff.

Merito anche al Cesena, che a fronte di spese importanti (oltre sei milioni) ha però centrato la promozione, e proprio ai prossimi avversari, salvi in anticipo con il monte ingaggi più basso del girone. Per l’Arezzo, insomma, i conti tornano e la strada tracciata è quella giusta, con la possibilità di impreziosire, tra domani e i playoff, una stagione più che buona nel segno della sostenibilità.

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