Il personaggio. Battaglino, una vita sui campi della provincia lombarda: "Quanti successi, ricordo ogni vittoria con piacere»

Il ds del Sangiuliano racconta "La promozione coi gialloverdi in serie C resta nel mio cuore.... Le sconfitte? S’impara sempre" .

di ANDREA GRASSANI -
16 febbraio 2024
Battaglino, una vita sui campi della provincia lombarda: "Quanti successi, ricordo ogni vittoria con piacere"

Battaglino, una vita sui campi della provincia lombarda: "Quanti successi, ricordo ogni vittoria con piacere"

Ha passato più tempo sui campi di calcio che in casa sua. Alessio Battaglino, classe 1978, ex professionista con Meda, Como, Renate, Seregno e Pro Sesto è da quattro stagioni il direttore sportivo del Sangiuliano. La sua storia parte però da lontano e da un campetto della periferia milanese quando indossò per la prima volta la maglia del Villa. Fu subito amore con il pallone tanto che a 16 anni esordì in prima squadra al Meda, in Serie D. L’anno successivo la prima di una lunga serie di promozioni che ha centrato in carriera. Cinque dalla serie D alla C, due dall’Eccellenza alla Serie D e una da direttore sportivo proprio con il Sangiuliano, due stagioni fa con la storica promozione in Serie C. Ora ci vorrebbe ritornare con i gialloverdi che domenica torneranno in campo, nel Girone D di Serie D, dopo la sosta del campionato per l’impegno della Rappresentativa Nazionale al Torneo di Viareggio. Il suo è però un messaggio forte e chiaro alla squadra che domenica farà visita al Certaldo (terra di poeti e allenatori, visto che lì sono nati Giovanni Boccaccio e Luciano Spalletti), fanalino di coda del campionato

Perché teme questa gara?

"Perché queste sono le partite più pericolose. Non bisogna commettere l’errore di sottovalutare l’avversario".

Adesso però il Sangiuliano è un’altra squadra...

"Sicuramente, però la strada è ancora molto lunga e come vediamo ogni domenica di risultati scontati non ce ne sono".

Cosa è cambiato rispetto a due mesi fa, quando il Sangiuliano faticava a uscire dalla zona rossa?

"Credo abbiano influito sia il recupero di alcuni giocatori importanti, penso a Makni e Anton, ma anche l’innesto dei nuovi a dicembre. In fondo abbiamo cambiato parecchio rispetto all’inizio e in più il lavoro del mister e dello staff inizia a vedersi".

Scelte sbagliate quindi a inizio stagione?

"Mi pare lo abbia ammesso anche il presidente, purtroppo alcune valutazioni sono state sicuramente errate, ma siamo qui ad assumerci le nostre responsabilità".

Eppure lei è un vincente per natura...

"Nella mia carriera ho avuto la fortuna di ottenere più successi che delusioni, ma dico sempre che le sconfitte, sebbene dolorose, servono per capire gli errori e ripartire più forti".

La retrocessione dell’anno scorso è la sua maggior delusione?

"Per come è arrivata sicuramente sì, anche perché onestamente non ce la meritavamo. Però se siamo qui è perché vogliamo far tornare il Sangiuliano in Serie C, quello che vuole la proprietà, che mai come quest’anno ci sta dando una grossa mano".

La gioia più grande?

"A parte mia figlia, il calcio mi ha dato davvero tanto. Ogni vittoria la ricordo con grande piacere. Certo quella di due anni fa con il Sangiuliano, che era anche la mia prima da ds, resta nel cuore".

Dal campo alla scrivania, cos’è meglio?

"Per uno come me il campo senza dubbio, però il ruolo di direttore sportivo mi piace molto".

Un nuovo percorso che ha completato con l’abilitazione a ds professionista ottenuta a Coverciano lo scorso anno

"E’ stato il coronamento di un cammino che ho intrapreso, proprio grazie al Sangiuliano quattro stagioni fa. L’essere diventato direttore sportivo professionista mi riempie d’orgoglio".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su