Il Pontedera al settimo cielo. Ducci: "Meglio volare basso"

Il buon momento della squadra granata visto dal direttore generale

18 novembre 2023

Il settimo posto in classifica (20 punti dopo 13 partite) è un risultato decisamente eccellente per il Pontedera, ancor di più in un girone che sembra una serie B2. Facile dunque infiammarsi di entusiasmo. A...spegnere il fuoco ci pensa Piero Ducci, direttore generale del club e uomo di calcio di grandissima esperienza – basta ricordare che ha lavorato, tra le altre, per Milan, Ascoli e Fiorentina – che sa perfettamente come gestire certe situazioni: "Abbiamo fatto un percorso finora degno di nota, ma non dobbiamo dimenticarci che siamo solo ad un terzo del campionato. Quindi dobbiamo volare basso e lavorare duramente. Lo scorso anno in questo periodo il Fiorenzuola era terzo, poi si è salvato all’ultima giornata. Questo per far capire che tutte le situazioni vanno prese con le pinze e che dobbiamo esclusivamente pensare a salvarci. Come? Con i principi che ho sempre predicato: giocare ogni gara come se fosse una finale, senza mai leggere il nome dell’avversario, per non rimanerne condizionati, ed essere consapevoli che qualsiasi situazione può essere alla nostra portata".

Com’è accaduto con la vittoria sulla Spal: "Quello di domenica è un esempio, ma ricordo che abbiamo anche perso contro Fermana e Pineto. Ad ogni modo abbiamo dimostrato di poter giocare alla pari contro chiunque. Nessuna squadra ci ha schiacciato, tranne, ma a momenti, la Torres, che ha dimostrato di non essere prima per caso. E comunque ci sono squadre attrezzate per vincere, noi siamo stati progettati per la salvezza". Nonostante la posizione da play off, il direttore non si rilassa: "Quest’anno la media salvezza sarà più alta di almeno 5 punti. Non dormo completamente tranquillo, perché anche se siamo una squadra che ha dei grandi valori individuali come giovani, la strada è ancora lunga". Oltre che la squadra, Ducci elogia l’intero staff tecnico: "Lo staff è un valore aggiunto, e se siamo dove siamo è grazie a Canzi e ai suoi collaboratori. Compreso Zocchi, che è un grande direttore e una persona di grandissime capacità".

Poi la chiusura, con una battuta riferita al diesse che rende benissimo l’idea dell’unità che regna nell’ambiente: "Abbiamo due caratteri completamente diversi, però questo in un certo senso ha fatto la differenza, perché sono complementari. Lui, pur con tutti i suoi... difetti di uomo (ride, ndr) ha doti che io non ho. La mia dote? Essere paziente…".

Stefano Lemmi

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