Passaggio del testimone. Top10 presenze in Azzurro Datome scalza Vecchiato "È un grande traguardo»

L’ex centro e dirigente di Rimini scende all’undicesimo posto in classifica per partite giocate con la Nazionale: il lungo dell’Olimpia lo ha sorpassato "Ora però ci si mette molto più tempo a collezionare tutti quei ’gettoni" .

9 settembre 2023
Top10 presenze in Azzurro  Datome scalza Vecchiato  "È un grande traguardo"

Top10 presenze in Azzurro Datome scalza Vecchiato "È un grande traguardo"

di Loriano Zannoni

In una top ten da leggenda, quella delle presenze nella Nazionale azzurra di basket, entra Gigi Datome ed esce Renzo Vecchiato. Cambio della guardia al 10° posto, con Datome che oggi vestirà quella canotta per la 203ª volta (Italia – Slovenia, 7°-8° posto ai Mondiali) e con Vecchiato fermo a 201. Poi le posizioni si stabilizzeranno, perché l’uomo dall’iconica barba smetterà del tutto.

Renzo Vecchiato, le dispiace essere stato sorpassato?

"No, ci mancherebbe. Già qualche tempo fa ebbi modo di vivere una situazione simile con Walter Magnifico che mi passò davanti e raggiunse quota 208. Si dice sempre che i record, o le statistiche, sono fatti per essere battuti e per me è già un enorme piacere condividere quella classifica con grandissimi personaggi che hanno fatto la storia della pallacanestro italiana. Che sia all’11° o al 10° posto, poco importa".

Cosa la stupisce di più di questi numeri?

"La mia carriera in Nazionale è durata 8 anni, dal 1977 al 1985, ora per mettere insieme un certo tipo di numeri totali servono molte più stagioni. In Nazionale una volta si andava sempre, ora un po’ meno. Non è un tema che riguarda solo la pallacanestro, è presente anche in altri sport. Spesso si marca visita per i motivi più disparati. Per me vestire la maglia azzurra è sempre stato un piacere e un divertimento. Il gruppo era fantastico e sono felice di aver contribuito in maniera tangibile".

Qual è la sua valutazione di Datome uomo e giocatore?

"Un personaggio e un giocatore fantastico. Equilibrato, umile. Un uomo con qualità importanti che sarà un peccato non veder più giocare. Mi hanno detto che nel commentare l’entrata in top ten mi ha citato e ha commentato con grande umiltà l’ingresso in una lista del genere. Se lo merita, ha scritto pagine importanti".

Come giudica il mondiale dell’Italia? Al netto della finale 7°-8° posto con la Slovenia.

"Siamo nelle prime otto dopo 25 anni e, mi permetto di dire, senza un vero play e un centro di ruolo. Secondo me è un mezzo miracolo. La Nazionale di Nantes (quella dell’oro Europeo del 1983, Vecchiato in quintetto con Marzorati, Riva, Sacchetti e Meneghin) di play ne aveva addirittura tre: Caglieris, Marzorati (il leader per presenze con 277) e Brunamonti. Per non parlare dei lunghi. Melli è un giocatore fantastico, straordinario, ma ci manca la fisicità di un 2.10 che occupi bene l’area".

Lei vive a Rimini, cosa pensa del basket romagnolo?

"Beh, la Romagna è una terra di basket, non è una novità. Rimini ha costruito un progetto importante che sta portando avanti anno dopo anno. Alla stessa maniera Forlì. Ravenna ha avuto una battuta d’arresto ma sta ripartendo forte".

Come giudica la Rimini cestistica, versione 2023?

"Vedo tanto entusiasmo e voglia di far crescere progetti ben precisi. Ad esempio, il Flaminio: il fatto che si parli di gestione da parte della società lo considero un bel segnale".

L’attuale attività di Renzo Vecchiato è anche quella di scovare talenti. Ci vuole citare il nome di alcuni ragazzi che, secondo lei, possono avere un futuro roseo nel mondo della pallacanestro?

"Ne dico due. Il primo è Alessandro Scarponi, il classe 2004 di Rbr. Mi piace tantissimo, è un talento che sicuramente verrà fuori ma che ha già fatto vedere cose importanti, ad esempio nell’annata della promozione dalla B alla A2. Il secondo è Alberto Stefani, un 2003 cresciuto a Riccione e quest’anno al Bramante Pesaro in B Interregionale. Il talento, se cresciuto bene, può venir fuori".

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