Ravenna, fine di un ciclo

Il presidente Brunelli lascia dopo dodici anni a Cipriani .

4 giugno 2024
Ravenna, fine di un ciclo

Ravenna, fine di un ciclo

Alessandro Brunelli lascia il Ravenna dopo 12 anni. La cessione a Ignazio Cipriani è imminente. Ieri mattina, il presidente giallorosso ha incontrato la stampa per l’ultima volta.

Brunelli, qual è il bilancio dell’ultima stagione?

"È stata una stagione sopra le righe, macchiata però dall’esito finale. Il Ravenna ha vinto il campionato e lo ha ampiamente meritato. Abbiamo dovuto fare i conti con una situazione paradossale. Chi doveva vigilare, ha fatto finta di niente".

Rimpianti?

"C’è amarezza per non aver potuto dare a questo gruppo di atleti la promozione in C. Molti dei giocatori visti quest’anno, meritano palcoscenici di categoria superiore".

Come si chiude un ciclo di 12 anni?

"Dal 2012 ho iniziato ad occuparmi della ricostruzione del Ravenna. Sono stati 12 anni bellissimi, di lavoro, passione, alti e bassi, gioie e dolori. Ma anche di ingiustizie. Oltre a quella della Pistoiese, ci metto quella dell’algoritmo, che ci costrinse a disputare i playout l’anno del Covid".

Che cosa le lascia questa esperienza?

"È stata importante. Dopo aver fatto il giocatore e l’allenatore, ho potuto vivere nel mondo del calcio con altri 2 ruoli diversi, ds e presidente. Il progetto è stato possibile solo grazie al contributo dei tantissimi sponsor, ma il grazie va anche a giocatori, allenatori, collaboratori e volontari".

Perché si è incrinato il rapporto con la curva Mero?

"Un paio di episodi sono stati male interpretati. Ho cercato in tutti i modi di ricucire. Non c’è stata la volontà di recepire questa mia apertura. Il tema si è quindi esaurito".

Perché è stata ceduta la società?

"Cercavamo fortemente qualcuno in grado di portare il Ravenna più in alto. In 12 anni, la carica di presidente non è mai stata ambita. In tanti hanno provato ad acquistare il Ravenna. Noi abbiamo cercato la soluzione migliore. Con l’avvento di Ignazio Cipriani, ci sono tutte le condizioni che cercavamo. Il passaggio è stato ‘naturale’".

Il momento più bello?

"L’eliminazione del Vicenza dai playoff nel 2019, in serie C".

E quello più buio?

"La squalifica di Mokulu nel 2021".

Il suo futuro nel mondo del calcio?

"Aspetto di concludere la cessione. Il ruolo di allenatore è quello che gratifica di più. Il calcio è pieno di opportunità".

Quando avverrà il closing?

"Serve l’atto notarile. Dobbiamo trovare il giorno, entro il mese di giugno".

Quali sono le prospettive per la promozione in serie C?

"La cosa più elementare era sospendere i playoff. Ora, il campionato è finito. Attendiamo la sentenza del Coni. Poi ci sarà l’eventuale ricorso al Tar".

Ci sono invece possibilità di ripescaggio per la vittoria dei playoff?

"La Lnd non ha ancora pubblicato la graduatoria. Il resto rimane un ‘gioco da bar’".

Qual è l’eredità che lasciate a Cipriani?

"Una organizzazione e una struttura che viaggiano in autonomia, ovvero il necessario per impostare. Di questo, va dato merito al dg Claudia Zignani, che si è spesa senza risparmiarsi. Lasciamo qualcosa che prima non c’era, dal settore giovanile al centro sportivo".

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