Ravenna L’arbitro non può essere l’alibi

La capolista ha beneficiato di un solo tiro dal dischetto, e mai in casa. Troppi cartellini dovuti al nervosismo tra i giallorossi

23 febbraio 2024
Ravenna L’arbitro non può essere l’alibi

Ravenna L’arbitro non può essere l’alibi

Primo: l’arbitro ha sempre ragione. Secondo: il Ravenna, primo della classe con 3 punti di vantaggio sul Carpi, deve darsi una calmata, organizzarsi e cercare di vincere le partite anche ‘contro’ le giacchette nere. Non ci sono troppe alternative. I numeri certificano parecchie sviste arbitrali, ma anche tanto nervosismo ‘indotto’. Possibile che, dopo 23 giornate, una squadra offensiva come il Ravenna, non abbia ancora usufruito di un calcio di rigore fra le mura amiche? Possibilissimo. Il saldo complessivo, dice che i penalty assegnati alla capolista sono... al singolare. Uno solo, a Bologna, due settimane fa contro il Corticella, trasformato peraltro da Nappello. Due anni fa, tanto per fare un raffronto, il Ravenna di Dossena ne calciò complessivamente 8 (6 realizzati), a fronte di 5 ‘contro’ (2 realizzati). Lo scorso anno, furono 7 quelli a favore (6 realizzati) e 9 quelli ‘contro’ (8 realizzati). Nel personale tabellino del ds Andrea Grammatica, i rigori negati al Benelli sono finora 7. L’ultimo dei quali, domenica scorsa, contro il Lentigione, per fallo su Tirelli in avvio di ripresa. Quando un arbitro asseconda troppo la tattica ostruzionistica di una delle due squadre, il nervosismo sale. L’agonismo, pure. Con tutti gli annessi e connessi. La squadra che beneficia di tale trattamento, ci va a nozze. Com’è successo al Lentigione (appena 2 ammoniti, di cui uno al 90’), ma anche al Fanfulla, due settimane prima. Il vortice comincia quando, alla capolista, costretta ad inseguire e a rimontare uno svantaggio, non riescono più le giocate del girone di andata. Il nervosismo, appunto, fa capolino. I cartellini cominciano a fioccare, e le conseguenze si pagano nel tempo. È un film già visto. Servirebbe maggiore lucidità, perché, si può perdere una partita, ma non combinare frittate come quelle di Magnanini (3 turni), Sabbatani (3) e Diallo (2), squalificati per più giornate. Il campionato non è finito domenica scorsa. E non finisce domenica prossima. Tanto per fare un esempio, Diallo, che è l’attaccante più in forma e più pericoloso (6 gol in 8 partite), dovrà saltare per squalifica il match di domenica contro il Sangiuliano City e lo scontro diretto della giornata successiva contro la Victor San Marino.

Il Ravenna – è vero – punta molto sulla carica agonistica, ma ci sono momenti nei quali servirebbe un freno. Due anni fa, in un campionato di vertice, le espulsioni furono 5, tutte per doppia ammonizione, mentre le giornate di squalifica furono complessivamente 10. L’anno scorso, le espulsioni sono salite a 9 (comprese le 2 di Gadda) con 18 turni di squalifica. Quest’anno, dopo 23 giornate, siamo già a 7 espulsioni (di cui 4 dirette), con 15 giornate di squalifica (compresa quella scontata dal tecnico giallorosso, ma escluse quelle di Cordaro e Alluci, eredità della stagione precedente, così come le 2 inflitte a Varriale per ragioni ‘extra campo’).

Continua a leggere tutte le notizie di sport su