"Thiago Motta è l’esempio di come si gioca a calcio..."

Nicola Ventola, ex bomber e volto social, parla degli Europei e del calcio attuale. Spera in un bis dell'Italia, ma riconosce la forza delle altre nazionali. Critiche ad Allegri e elogi per Inzaghi. Thiago Motta simbolo del nuovo calcio. Nostalgia per il passato ma apprezzamento per l'evoluzione tecnologica nel calcio attuale. Nuovo progetto televisivo in arrivo.

di FABRIZIO PONCIROLI -
23 marzo 2024

Il pallone a trecentosessanta gradi, visto da un ex bomber e che ora è uno dei volti di riferimento sui “social“. Presente all’evento Topps, per il lancio della nuova collezione di card Uefa Euro 2024, Nicola Ventola si è soffermato su diversi temi calcistici, dando appuntamento a tutti in TV per il suo nuovo programma.

Partiamo proprio dagli Europei. L’Italia si presenta da Campione in carica…

"Noi che amiamo il calcio, finalmente, torniamo a disputare un grande evento come gli Europei. Dopo aver saltato due Mondiali, è importante fare bene a questo appuntamento, anche perché andiamo in Germania da detentori del titolo".

C’è una speranza di bissare il successo del 2021?

"Siamo l’Italia e siamo quelli che hanno vinto gli ultimi Europei. Secondo me dobbiamo pensare a come abbiamo vinto nel 2021. Ci siamo riusciti con idee nuove, con un gioco propositivo, esaltando il concetto di squadra. Abbiamo giocato a calcio che, per la nostra tradizione, non è così ovvio. Abbiamo vinto contro squadre molto più forti di noi, almeno sulla carta. Ecco, secondo me, dobbiamo fare la stessa cosa in Germania".

Sulla carta, tuttavia, non siamo certi una delle favorite per vincerlo…

"Dobbiamo essere obiettivi: siamo indietro rispetto a tante altre nazionali che sono sicuramente più attrezzate di noi e hanno anche più qualità nei singoli ma io ho grande fiducia in Spalletti. L’ha dimostrato a Napoli il suo valore. Chi, ad inizio dello scorso campionato, avrebbe detto che Lobotka, Anguissa e Kim sarebbero stati così forti. Lo sono diventati anche grazie al lavoro di Spalletti. Certo, in Nazionale c’è meno tempo ma speriamo che riesca a fare comunque un’altra magia".

Parlando di magia, anno magico per Inzaghi all’Inter?

"Il suo è un percorso di crescita che è cominciato lo scorso anno quando si è reso conto che non era più, con tutto il rispetto alla Lazio dove aveva 13/14 titolari ma all’Inter dove ogni giocatore della rosa è un potenziale titolare. Ha fatto scelte importanti: Dzeko sì, Lukaku no, Calhanoglu regista arretrato, fuori Brozovic. Ha preso decisioni importanti, con personalità. Questo ha fatto fare il click alla squadra. Poi, ovvio, è la squadra più forte e gioca anche bene ma non va dimenticato che è stata costruita anche con diversi parametri zero".

Il click che è mancato ad Allegri in questa seconda avventura alla Juventus?

"Onestamente, in questi tre anni, non è che abbia fatto grandissime cose. La Juventus ha quasi tutti nazionali ma non si è vista quella crescita che tutti si aspettavano, soprattutto a livello di gioco. Ha avuto alti e bassi clamorosi. Allegri ha fatto un lavoro straordinario nella prima avventura in bianconero ma il calcio si evolve. Capello dice: ‘Non è il mio calcio’ ma, comunque, non gli puoi dire nulla, visto tutto quello che ha vinto. Ecco, credo che Allegri abbia avuto qualche difficoltà a evolversi e a restare al passo con il calcio di oggi".

Si parla tanto di Thiago Motta, il simbolo del nuovo calcio…

"Thiago Motta è l’esempio di come si deve giocare a calcio oggi. Sempre propositivo, sempre propenso a offendere. Questo gli permette di avere spesso il controllo della palla e, quindi, di rischiare meno in difesa. Ormai è così che bisogna giocare. In Italia, le cosiddette piccole, come l’Empoli tanto per fare un esempio, non si chiudono più a riccio ma se la giocano. Come detto, il calcio si evolve".

Non le manca mai il “suo“ calcio?

"Beh, se penso ai Mondiali degli anni ’90, ho un po’ di nostalgia. I più forti giocatori delle varie nazionali giocavano in Italia. Non siamo più i numeri uno. Basta guardare la Premier League per capire che è di un altro livello, sia come introiti, stadi, atmosfera. Comunque, io mi sarei trovato meglio nel calcio di oggi".

Ah sì? E per quale motivo?

"Ci si allena diversamente, con molta più attenzione. Ecco, con l’attenzione tecnologica che c’è ora, probabilmente mi sarei evitato diversi infortuni che ho subito in carriera. Diciamo che è un calcio che avrebbe esaltato maggiormente le mie caratteristiche (ride, ndc). Comunque adesso ho altro a cui pensare, c’è il nuovo progetto televisivo che mi attende".

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