Trap, una leggenda amata da tutti. Domenica spegnerà 85 candeline poi festa per mezzo secolo di panchine. Un vincente nato, fra “fischi“ e battute

Un allenatore, mille aneddoti: dalla conferenza stampa in tedesco alle perle di Totti, fino agli scarpini di Cassano

di GIULIO MOLA -
12 marzo 2024

Ottantacinque candeline da spegnere fra pochi giorni, domenica 17 marzo. E cinquant’anni di panchine da festeggiare qualche settimana dopo (14 aprile). All’alba della primavera un pieno di ricordi e di emozioni affolla la mente di Giovanni Trapattoni, uno dei personaggi più amati nel Belpaese. Un mito che ha sempre riunito e mai diviso, soprattutto un vincente: da giocatore prima (esordio nel calcio professionistico nel 1958 in Milan-Como) e come allenatore dopo (debutto nel 1974 in Milan-Napoli).

Una vita nel pallone per lui, da sempre uomo innamorato del calcio. Ottantacinque anni vissuti inseguendo il sogno che aveva sin da bambino (primi calci sui campetti di terra dell’oratorio San Martino, a Cusano Milanino) sempre col sorriso sornione, lo sguardo vivace e incuriosito, la “battuta“ pronta. E qualche immancabile gaffe. Moduli e umanità, sfoghi e empatia, persino riti scaramantici (memorabile l’acquasanta che gli aveva regalato Romilda, la sorella suora, tirata fuori dalla tasca durante Italia-Croazia del 2002). Impossibile non volergli bene. Giuanin ha vinto tutto quel che c’era da vincere: da giocatore, fra i tanti trofei, una coppa intercontinentale, due coppe dei campioni e due scudetti, (e la soddisfazione di aver annullato un certo Pelè in un Milan-Santos). Da allenatore ancor di più: 7 scudetti in Italia (fra Juventus e Inter), ma pure il campionato tedesco, quello portoghese e anche il titolo austriaco. E poi una Coppa dei campioni e tanto altro. Ha vissuto con le lacrime la tragedia dell’Heysel, ha litigato con Edmundo nel 1999 e si è imbufalito con l’arbitro Moreno per lo scandalo del 2002 in Corea, ha dovuto digerire l’amaro “biscotto“ scandinavo durante gli Europei del 2004. E pure la beffa per la mancata qualificazione ai Mondiali del 2010 quando la sua Irlanda fu “scippata“ dalla manina (mai vista, purtroppo non c’era il Var) galeotta del francese Henry. Fino a scampare un attentato in Costa d’Avorio del 2016 (avrebbe dovuto allenare anche lì, ci ripensò dopo le “minacce“ della consorte)

Di Trapattoni, un monumento vivente della storia del calcio mondiale si è detto tanto. Personaggio irripetibile nella storia del calcio, di frasi e aneddoti che lo riguardano sono pieni i cassetti. Dal famoso “strunz“ in una conferenza stampa che resterà un momento di culto per il calcio tedesco (e non solo) ad uno dei suoi motti più conosciuti, ovvero “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco“ (che è pure il titolo della sua autobiografia). E poi alcuni episodi che ai più non sono conosciuti raccontati da Antonello Valentini, per anni responsabile della comunicazione e poi direttore generale della Figc. Mondiale 2002 in Giappone e Corea, nell’hotel di Sendal che ospitava gli azzurri si presenta un mercante di perle. Il Trap osserva, poi punta lo sguardo su una collana di perle nere che vuol regalare all’adorata moglie Paola. Inizia la trattativa: 7mila euro la richiesta, 1000 la controproposta del ct dell’Italia. Non sembrano esserci margini per un accordo ma poi il Trap scopre che il commerciante di perle è tifosissimo di Totti e per questo motivo chiede al Pupone (già in camera, era mezzanotte) di scendere giù nella hall. L’ex giallorosso arrivò in pigiama e sotto lo sguardo divertito dei presenti risolse la questione, visto che il Trap portò a casa la collana per mille euro.

Altro episodio, durante gli Europei 2004 in Portogallo. Nella partitella d’allenamento il Trap si unisce alla squadra di Antonio Cassano. "Sei un ruffiano Antonio, passi la palla solo al mister, ma tanto non serve perché non ti fa giocare", dice qualcuno. Lo sfottò diventa un ritornello. Una, due, tre volte. Il permaloso Cassano si ferma, si toglie le scarpette e torna negli spogliatoi. Il Trap se la ride e per sdrammatizzare dice ad alta voce: "Gli sono venute le vesciche, ha le scarpe strette". Grande, unico, immenso Trap. Buon compleanno con tutto il cuore.

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