"Un Gucci così è insostituibile". Battistini promuove il suo pupillo

L’ex attaccante dell’Arezzo: "Uomo spogliatoio e in campo riesce a creare spazi per i compagni alle sue spalle"

20 febbraio 2024
"Un Gucci così è insostituibile". Battistini promuove il suo pupillo

"Un Gucci così è insostituibile". Battistini promuove il suo pupillo

di Luca Amorosi

AREZZO

L’importanza di chiamarsi Gucci. L’attaccante domenica ha firmato la doppietta che ha steso la Recanatese, regalando tre punti d’oro ai suoi con la fascia di capitano al braccio. Ha anche interrotto così un digiuno che durava da due mesi esatti: l’ultima gioia risaliva al derby vinto contro il Perugia. E con undici turni ancora da giocare è già in doppia cifra, mai raggiunta prima in carriera tra i pro. Una seconda giovinezza per il classe ’90: lo conferma anche un ex amaranto, Pier Francesco Battistini, che di gol se ne intende e che lo ha allenato proprio a Perugia quando era agli inizi della carriera. "Sta registrando numeri importanti per la categoria. Il capocannoniere del girone, Shpendi, ne ha fatti 15, lui è poco sotto e ha segnato un terzo dei gol dell’Arezzo - sottolinea Battistini - Ne ha anche fatti alcuni bellissimi, penso a Pescara o a Sassari, ma anche a quelli di domenica, da centravanti vero".

Lei lo conosce bene: che giocatore è Gucci?

"Un attaccante moderno già quando lo allenavo io. Da avversario mi segnava sempre quindi lo volli. Era molto giovane ma già si vedevano le qualità tecniche e umane: iniziò da titolare in quella stagione e segnò una bella doppietta a Chieti, la prima per lui tra i pro. Quella di domenica è l’ultima in ordine di tempo ma spero ne arrivino altre".

Perché è così importante nell’Arezzo di Indiani?

"Perché sa come si sta in uno spogliatoio: sempre solare, ha un bel carattere. Poi in campo lotta per due, anche quando è isolato tiene impegnati i difensori avversari e dà profondità creando spazi per i tre giocatori che Indiani sta schierando alle sue spalle. È diventato insostituibile e si sta meritando la fiducia della società".

Gucci segna e la difesa prende meno gol.

"Questo è un aspetto molto importante per ottenere l’obiettivo. All’inizio con dei giocatori che dovevano adattarsi al salto di categoria e molti giovani serviva rodaggio e tempo per lavorare. Il rientro e la crescita di alcuni giocatori di spessore ha fatto il resto. Ma la squadra ha sempre saputo stare in campo e non hai mai preso imbarcate".

Sulla crescita dei giovani quanto c’è di Indiani?

"Tantissimo, è un allenatore che conosce il calcio come le sue tasche e tecnicamente non ha nulla da invidiare a tanti di serie A. Poi è merito della società, che li mette nelle condizioni migliori di esprimersi, e dei tifosi, che stanno dimostrando grande maturità capendo che fa tutto parte di un percorso di crescita e di un programma preciso".

Tifosi che domenica hanno ricordato Minghelli.

"Sabato sera ero alla cena in suo onore: un momento molto toccante. È bello che a distanza di anni tutti lo ricordino con affetto. Ho visto tanti ragazzi che quando giocava non erano neanche nati. Arezzo non lo ha adottato per caso, ma perché ha lasciato un’impronta indelebile in questa città e nella sua gente".

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