Pagelle tappa 11 Tour de France 2023: Philipsen come un missile. Jakobsen evapora quando conta
Groenewegen beffato, ma ha tutto per vincere. Il coraggio di Oss non interrompe il lungo digiuno italiano
10 a JASPER PHILIPSEN. Anche senza il suo apripista Van der Poel, alle prese con tosse e raffreddore, la musica non cambia: lo sprint lo vince sempre lui. Qui fa un po’ con la squadra e molto da solo, indovinando la ruota giusta, quella di Groenewegen: quando esce negli ultimi cinquanta metri non lo salta e basta, lo polverizza. Quarta vittoria in quattro sprint, la sesta in due anni al Tour, la decima in stagione: trovare uno più veloce di lui sul pianeta al momento è complicato.
9 a DYLAN GROENEWEGEN. Ha tutto per vincere: un pilota perfetto come Mezgec che lo scarica nel punto esatto per decollare, una forma eccellente, la voglia di lasciare finalmente il segno. Gli manca solo la corda per legare Philipsen, che gli sbuca alle spalle e diventa subito missile, ma anche quella forse non sarebbe sufficiente.
8 a DANIEL OSS. A 36 anni potrebbe starsene tranquillo nella pancia del gruppo, a scherzare col suo amicone Sagan: in fondo, è una tappa segnata, alla fine sarà sprint. E invece, dopo pochi chilometri, se ne va con un altro vegliardo (Amador) e con un ragazzino (Lavour), poi tira dritto da solo quando, 120 chilometri dopo, il gruppo si profila alle sue spalle. Conferma di avere uno spirito rock, conferma soprattutto una vecchia regola: per andarci almeno vicino, bisogna provarci.
7 a LUCA MOZZATO. Dopo un quarto posto, il settimo. Due piazzamenti nei dieci che hanno lo stesso grande valore: il veneto continua a buttarsi nelle volate arrangiandosi da solo. Cercando le ruote migliori, arriva sempre a un passo dal risultato, anche se uno l’ha già ottenuto: fin qui, misurandosi con i mostri della velocità, è riuscito a tenere alto l’onore del nostro ciclismo.
6 a PETER SAGAN. Dopo undici tappe, finalmente Peter Pan riesce a infilare il suo augusto nome nei primi dieci dell’arrivo. Non è molto, ma potrebbe essere un segnale: per il tre volte iridato è pur sempre l’ultima esibizione sulle strade di Francia, ed è noto come i campioni non amino uscir di scena dalla porta secondaria. Attenzione, le prove generali per una vittoria di tappa sono iniziate…
5 a FABIO JAKOBSEN. Ha intorno una squadra che si spolmona per lui, con Alaphilippe persino indiavolato pur di mantenerlo nelle posizioni di avanguardia. Ma al momento più importante evapora, finendo lontano dallo sprint che conta. Non è in formissima, ma forse ha solo bisogno di sbloccarsi: dovrà farlo in fretta, perché di occasioni per quelli come lui ne restano sempre meno.
0 alla SPAGNA. Ritrovando il successo con Bilbao dopo cento tappe di digiuno, lascia all’Italia la ‘stecca’ di Paese che da più tempo non vince in Francia. Il conto per il nostro ciclismo è di 75 tappe: ultima gioia nel 2019, con Nibali sulle Alpi. Peggio facemmo quarant’anni fa: fra il ’79 e l’83 le tappe senza vittorie italiane furono 77. Forse lo zero, vista la statistica, più che gli spagnoli lo meritiamo noi…
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