Ho visto Sinner vincere. "Nel box col suo team: vi racconto il trionfo»

Davide Gallinari, maestro di tennis e padel, era in Australia e ha vissuto l’impresa di Jannik insieme al suo entourage.

di DAMIANO REVERBERI -
31 gennaio 2024
"Nel box col suo team: vi racconto il trionfo"

"Nel box col suo team: vi racconto il trionfo"

Un reggiano a pochi metri da Jannick Sinner nel momento del suo trionfo in Australia. Nel box del tennista di San Candido, durante tutta la sua splendida cavalcata, era presente Davide Gallinari, che di professione fa il maestro di tennis e di padel, che ha potuto seguire da una posizione privilegiata tutta la cavalcata verso la conquista del primo Slam della stagione, primo italiano a riuscirci 48 anni dopo Adrian Panatta.

Gallinari, come è arrivato a Melbourne?

"Mia figlia studia e lavora a Sidney, ero qui per impegni lavorativi e ne ho approfittato per seguire l’Australian Open".

Da posizione privilegiata, peraltro.

"Ho conosciuto Simone Vagnozzi, tecnico di Sinner, quando viaggiavo al seguito di Alessandro Motti, nel periodo in cui era nella Top 100 di doppio. Ricordo che uno dei nostri primi incontri è stato a Wimbledon, con le sorelle Williams su un campo e Roger Federer su un altro vicini a noi ad allenarsi: un momento dove tremavano le gambe. In seguito Simone è venuto a Reggio per allenarsi, oltre ad essere stato ospite in un paio di occasioni nella scuola tennis in cui lavoravo: il rapporto è durato nel tempo, ci siamo sentiti di recente e gli ho raccontato che sarei stato in Australia proprio durante il torneo, mi ha detto di farmi sentire e l’ho contattato al mio arrivo".

Quanto è stato a Melbourne? "Tutta la durata del torneo, dalla domenica in cui Sinner ha passato il primo turno fino alla finale. Per le ultime due partite mi ha raggiunto anche mia figlia: non ho profili social ma essendo nel box, quindi spesso inquadrato dalla televisione, mi sono arrivati qualcosa come 500 messaggi, alcuni anche di ’insulti’ per l’invidia degli amici (ride, ndr). Non ho risposto a tutti per mancanza di tempo, ma sono rimasto stupito".

Che idea si è fatto del trionfo di Sinner?

"Il team che ha accanto tiene sempre un basso profilo, si lavora tanto e in silenzio: mi hanno colpito la genuinità dei rapporti, oltre all’umiltà di tutte le persone che lo compongono. Una differenza sostanziale rispetto ad altri team che ho avuto modo di visionare in carriera".

Vicino a lei c’era anche il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi.

"Racconto questo simpatico aneddoto: inizialmente lui non sapeva che fossi un maestro e spesso commentava i colpi, abbiamo scambiato diverse opinioni durante la finale. Ad un certo punto gli ho detto: ’Sul 5-4 del terzo set Sinner fa il break’. ’No - ha risposto lui – secondo me si va al tie-break’. ’Scommettiamo da bere?’ gli ho detto io. E, per fortuna, ho avuto ragione".

Binaghi ha poi onorato la scommessa?

"Dopo la vittoria è stato portato via dalle televisioni per le interviste di rito e ha finito alle 2 del mattino. Immediatamente dopo il match point avevo intenzione di dirgli che non c’era bisogno, ma lui mi ha voluto vicino per tutto il tempo della conferenza stampa, nonostante non avessi il pass; sua moglie, nel frattempo, è stata deliziosa con mia figlia. Conserverò di loro un ottimo ricordo. Al termine era troppo tardi per trovare un locale aperto ma posso dire che ha onorato alla grande, invitandomi per i prossimi Internazionali d’Italia a Roma".

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