La MotoGp è diventata un circo rissoso. Il perché? Ai piloti si chiede troppo

Con l’introduzione in ogni weekend della Sprint Race la competizione e la tensione nervosa si sono alzate. Così a ogni minimo errore può nascere un caso come quello delle maxi-scintelle fra Bagnaia e Vinales

di RICCARDO GALLI
15 maggio 2023
Francesco 'Pecco' Bagnaia

Francesco 'Pecco' Bagnaia

Roma, 15 maggio 2023 - Si litiga tanto in MotoGp. Tanto, anzi, diciamolo pure, troppo. Avvisaglie in questo senso c’erano già state in Portogallo, poi ad Austin e quindi a Jerez. Ma è stato a Le Mans che – il gioco di concetti è obbligato – dalle parole si è passati ai fatti.

E’ alta, altissima, la tensione nel circo del Mondiale 2023 e questo deve essere (magari in tempi brevi) spunto di riflessione per chi ha il dovere di far tornare la tranquillità in un mondo dove le tensioni e i litigi possono fare molto più male che in altre realtà.

Ok, magari ci sarà da capire bene che cosa e perché, la MotoGp è diventata un circo rissoso. E le ragioni potrebbero essere più di una.

La prima: la necessità di ricreare uno spettacolo (a tutti i costi) che dal Covid in poi, passando quindi per l’addio di Valentino, è andato in carenza di ossigeno delle emozioni.

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Pagelle MotoGp Le Mans 2023: Bagnaia e Vinales da 0. Bezzecchi in forma Mondiale

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Sono calati gli spettatori, i diritti televisivi non sono lievitati, e la ricerca di maggiori introiti ha portato sul palcoscenico gare da un appeal esotico che la dice lunga sui dubbi in prospettiva della buona salute della competizione.

Punto numero due (e qui ecco in causa i piloti e i ricarichi di tensione messi sulle loro spalle): si è chiesto a questi ragazzi di raddoppiare gli impegni nel week end con la nascita della Sprint Race, che poi, chiamatela pure ‘mini’ ma è assolutamente una gara in più a 24 ore dal Gp. Traduzione: ai piloti si chiede di essere più bravi, più competitivi, più concentrati, più... tutto. Minando, di conseguenza, tempi di recupero, ore anti-stress che fino a ieri erano state alla base della vita attorno a una gara di Motomondiale e obbligandoli a sbagliare il meno possibile.

Da qui l’alzarsi della tensione nervosa, della pressione mediatica con il conseguente rischio (vedi le maxi scintille fra Bagnaia e Vinales, come quelle fra Marini e Binder e ancora Pecco e Marc Marquez) di far sì che per tutti un minimo errore possa trasformarsi nella scintilla di una ricerca della ragione (con tanto di torto ovviamente altrui) che profuma più di rissa da incidente stradale su una strada statale che un testa a testa in formato mondiale.

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