Clamoroso a Parigi 2024: Bazadze protesta. Ed è bufera sulla scherma

Il georgiano, uno dei migliori sciabolatori al mondo, ha perso la testa quando è stato eliminato nel torneo olimpico ed ha inseguito l’arbitro insultandola

28 luglio 2024
Il georgiano Sandro Bazadze, uno dei migliori sciabolatori al mondo, ha inseguito l’arbitro, la spagnola Vanesa Chichon, urlandole di tutto: “Lei mi ha ucciso, la mia carriera è finita. Ma giuro sui miei figli che farò qualcosa”.

Il georgiano Sandro Bazadze, uno dei migliori sciabolatori al mondo, ha inseguito l’arbitro, la spagnola Vanesa Chichon, urlandole di tutto: “Lei mi ha ucciso, la mia carriera è finita. Ma giuro sui miei figli che farò qualcosa”.

La scherma olimpica trema sotto i colpi della furia di Sandro Bazadze. Il campione georgiano scuote Parigi 2024 con una protesta che rischia di lasciare il segno.

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Tutto è successo durante gli ottavi di finale del torneo di sciabola maschile. Bazadze, ex numero uno del ranking mondiale, si è trovato faccia a faccia con l'egiziano Mohamed Amer in un duello all'ultima stoccata. Sul punteggio di 14-14, entrambi gli atleti hanno esultato convinti di aver messo a segno il colpo decisivo.

L'arbitro spagnolo Vanesa Chichon, però, dopo aver rivisto l'azione al video, ha assegnato la vittoria ad Amer con il punteggio di 15-14. Una decisione che ha fatto esplodere la rabbia incontenibile di Bazadze che ha cominciato a gridare ripetutamente “shame” (vergogna, ndr) sulla pedana, scendendo poi e dirigendosi in modo minaccioso verso l’arbitro. Il campione georgiano non si è fermato alla protesta in pedana però e le sue dichiarazioni post-gara sono state un vero e proprio atto d'accusa.

"Per la seconda volta, come a Tokyo, gli arbitri mi uccidono – ha detto Bazadze. A Tokyo mi hanno distrutto la vita, hanno quasi distrutto la mia carriera. Ma sono tornato e sono diventato il primo al mondo e mi sono preparato per le Olimpiadi, ma lei mi ha ucciso".

Bazadze faceva riferimento alla semifinale persa contro Aron Szilagyi alle Olimpiadi di Tokyo, un'altra sconfitta che il georgiano attribuisce a decisioni arbitrali controverse. Le parole di Bazadze ora gettano ombre sul suo futuro nella scherma: "La mia carriera è finita. Come posso tornare quando gli arbitri mi uccidono di continuo? Non lo so, ma non lascerò le cose così. Giuro sui miei figli che farò qualcosa".

La protesta di Bazadze potrebbe avere conseguenze ben oltre questo torneo olimpico. Secondo alcuni potrebbe anche aprirsi ufficialmente un'indagine da parte della Federazione Internazionale di Scherma. Sicuramente si è riacceso un dibattito (che già da alcuni anni puntualmente si ripropone) sull'uso della tecnologia nelle decisioni arbitrali e non mancheranno riflessioni sul rapporto tra atleti e ufficiali di gara.

Il gesto di Bazadze rimarrà sicuramente uno dei momenti più discussi di questi Giochi, aprendo interrogativi sul futuro della scherma olimpica e sul delicato equilibrio tra passione agonistica e fair play.

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