L’eredità di queste Olimpiadi 2024: folle straripanti, fake news smascherate e Gimbeide

L’oro di Egonu e compagne porta a 40 il medagliere tricolore, dominato dalle donne. Sullo sfondo la Senna sporca e il dibattito sul pugilato femminile

di LEO TURRINI, INVIATO A PARIGI -
11 agosto 2024

Parigi, 12 agosto 2024 – Alla fine, l’Olimpiade è stata più forte di tutto. Delle polemiche, delle strumentalizzazioni, delle invenzioni, delle sciocchezze. Non a caso si è idealmente concluso, lo show parigino, con il trionfo delle donne italiane della pallavolo: un’impresa che, come ha detto l’allenatore Julio Velasco, "è un altro capitolo della irresistibile, silenziosa rivoluzione femminile". Soprattutto, alla fine questa Olimpiade è stata più forte di tutto perché ha ritrovato il popolo.

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LE MASSE

Eh, sì. In tante narrazioni era stata sottovalutata la voglia di aggregazione di un mondo che disperatamente desiderava e desidera rimuovere il ricordo tragico del Covid. Sarà anche vero che i parigini benestanti avevano lasciato la Ville Lumiere, sebbene sarebbe bene smetterla di fidarsi dei taxisti, eh. In compenso, ad ogni evento olimpico c’era il tutto esaurito. Ho visto folle straripanti agli eventi di taekwondo o di judo, non esattamente popolarissime. Motivo? Presto detto. L’orrore del silenzio di Tokyo, quando ero stato testimone di Giochi nel deserto, senza pubblico causa pandemia, ha fatto scattare una reazione intercontinentale. E questo è un potentissimo messaggio di libertà, sissignore.

FAKE E AI

Questa poi era la prima Olimpiade in epoca di intelligenza artificiale. E si è visto, con un massiccio proliferare di fake news. Per oltre due settimane hanno circolato in rete balle ciclopiche. Clamorosa quella che ha riguardato Yusuf Dikec, sparatore turco che ha vinto una medaglia d’argento. Hanno raccontato che si era dato alla pistola dopo un burrascoso divorzio per la moglie. Gli hanno fatto dire: "Non me ne frega niente del podio, rivoglio il cane che la mia ex signora si è portata via". Tutto falso. Yusuf è ancora sposato e in casa ha un gatto. Non un cane.

GIMBEIDE

Ma che ci volete fare, è il nostro tempo. Cosa resterà delle cronache ospedaliere via social di Gimbo Tamberi? Sfortunato all’eccesso lui, che resta un grandissimo campione. Ma era proprio il caso, nell’era della privacy, di squadernarli sul web i dettagli delle coliche renali? Ne valeva la pena? Tu chiamale, se vuoi, ossessioni.

IMANE

E sempre in tema di ossessioni. Giorni e giorni, soprattutto in Italia, a discutere del sesso non degli angeli ma di Imane Khelif. I cromosomi, l’intersex, bla bla bla. Alla fine l’Algeria è impazzita di gioia per il suo oro nel pugilato, l’hanno proclamata simbolo della nazione, ieri sera alla cerimonia di chiusura ha pure sventolato la bandiera. Idem la sua omologa di Taiwan (noi abbiamo mandato la coppia Greg Paltrinieri e Rossella Fiamingo). Ovviamente il tema era e rimane delicato, ma ci sono regole e per fortuna le scrive il Cio e non Putin. In più, gli esseri umani andrebbero tutti rispettati. Sempre.

LA SENNA

Quanto all’altro tormentone. Gira e rigira, i francesi avevano ragione. Avranno pure speso troppo per risanare le acque della Senna, ma le gare nel fiume sono state disputate e sono state vinte da autentici campioni. Se poi i parigini potranno tornare a farci il bagno, non è affar nostro.

PUTIN

In sede di bilancio solo agonistico, l’Italia ha eguagliato il record di Tokyo: quaranta medaglie. Ma stavolta non c’era la Russia, che tre anni fa ne vinse settanta. A proposito: dasvidania, compagno Putin! Ieri nel basket femminile ha conquistato l’oro Brittney Griner, la giocatrice che il boss del Cremlino fece arrestare per poi scambiarla con una spia. Anche questa è l’Olimpiade, oui.

LEGNO

Comunque bilancio positivo per noi, con prevalenza femminile negli ori conquistati ed è un buon segno. Segno che fa rima con legno: venticinque (25) quarti posti sono una enormità, sono una fonte di rimpianto ma non motivo di disperazione. Se allarghiamo lo sguardo oltre la contabilità nuda e cruda, avere avuto tante ragazze e tanti ragazzi nei paraggi del podio – e anche loro per la prima volta saranno invitati al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella per la cerimonia di riconsegna del tricolore il 23 settembre – è una testimonianza di vitalità del movimento. Infine, amico che leggi, aveva ragione Edith Piaf. Je ne regrette rien.

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