Olimpiadi 2024, spettacolo solo per le tv. Chi ha visto gli atleti? Trattati come comparse

Originale la sfilata lungo la Senna, ma toglieva lo scambio di emozioni tra gli eroi e i loro tifosi

di DORIANO RABOTTI -
27 luglio 2024

L’impressione è che ormai valga tutto, nel nome dello spettacolo. Che diventa sempre più televisivo, però, perché chi aveva pagato anche a caro prezzo un biglietto (dai 90 ai 2.700 euro) non ha visto granché, a Parigi. E non è solo colpa della pioggia.

L’idea stessa della sfilata lungo la Senna, per quanto suggestiva e rivoluzionaria, toglieva dal gioco in partenza un elemento importante della rappresentazione: se il pubblico ti vede passare per pochi istanti e da lontano, per chi stai sfilando? Non era proprio lo scambio di emozioni tra gli eroi e i loro tifosi una delle componenti più calde delle cerimonie precedenti?

Certo il cattivo tempo non era prevedibile né condizionabile, e la pioggia ha contribuito ad annacquare l’impatto della parata. Ma la distanza dalle rive della Senna ha reso già difficili da distinguere i portabandiera, anche se forse visto il clima sarebbero serviti di più dei portaombrelli.

Cerimonia di aperture dei Giochi
Cerimonia di aperture dei Giochi

Battutacce a parte: se l’alfiere di un Paese, al di là del fatto che perda la fede (nuziale) nel fiume come ha fatto il nostro Tamberi, deve sembrare una piccola figura lontana come i suoi compagni, che portabandiera è? E anche in tv il loro ruolo è stato sminuito a comparse, basti pensare al pochissimo tempo dedicato a inquadrare LeBron James. Per tacere della grande differenza sulla qualità dei battelli, che è sembrata tutto tranne che inclusiva, tra pachidermi da fiume e gusci di noce che hanno fatto pensare agli scafisti. Quindi: pubblico penalizzato, atleti sminuiti, barche di serie A e serie B.

Il quarto motivo per cui la cerimonia ha deluso riguarda il simbolismo, peraltro non sempre di facile comprensione (e quindi svuotato di una parte del suo compito). Certo, nell’acqua che veniva giù a secchiate quasi su tutti, i francesi hanno fatto un bel bagno di umiltà, che non è la specialità nazionale. Bello aver invitato campioni di altre nazioni, meno farli girare a lungo senza meta su un’imbarcazione che soprattutto a Carl Lewis non sembra essere piaciuta molto, visto che a ogni virata il Figlio del vento pareva a rischio di cadere in acqua.

Certo, è stato importante Rappresentare la diversità di un mondo plurale che riflette sicuramente i tempi moderni, ma non si capisce il bisogno di sfiorare la blasfemia con l’Ultima Cena in stile drag queen , e neanche quello di accumulare personaggi diversissimi tra loro, come se per accontentare tutti i colori e gli orientamenti sessuali e le culture l’unico modo fosse sommare e sommare ancora. Col risultato che nessun simbolo si è staccato dallo sfondo. Perché erano troppi.

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