Sarrazin operato alla testa: le condizioni dello sciatore francese caduto nella prova di discesa a Bormio

L’atleta, vincitore sulla Stelvio nel 2023, è volato in fondo al muro di San Pietro durante il test di venerdì. È ricoverato nel reparto di Terapia intensiva neurologica di Sondalo. Il direttore di gara della Fis: “Standard di sicurezza altissimi in questa pista”

di Redazione Sport
28 dicembre 2024
Cyprien Sarrazin è stato operato dopo la caduta a Bormio

Cyprien Sarrazin è stato operato dopo la caduta a Bormio

Bormio, 28 dicembre 2024 – Cyprien Sarrazin è stato operato alla testa nella notte per ridurre l'ematoma intracranico causato dalla terribile caduta di venerdì 28 dicembre durante la prova cronometrata della discesa libera di Bormio. L’intervento chirurgico svolto all’ospedale di Sondalo è andato “bene”. Lo ha reso noto la Federazione francese di sci (Ffs): “Cyprien Sarrazin è stato operato per decomprimere l'ematoma intracranico. L'operazione è andata bene, per il momento rimane sotto anestesia nel reparto di Terapia intensiva neurologica”, ha comunicato la Ffs su Sarrazin, numero 2 del mondo nella discesa libera lo scorso inverno e vincitore appena un anno fa sulla pista di Bormio, dove si svolgeranno le gare di sci maschile per le Olimpiadi del 2026.

Sarrazin, soccorso subito e portato via in elicottero dopo 20 minuti lamentando un dolore al piede, è volato in fondo al muro di San Pietro a causa di un dosso, per poi rimbalzare violentemente sulla pista prima di chiudere al sua corsa tra teloni e reti protettive dopo una lunga scivolata.

Nella prova cronometrata di venerdì è stato protagonista di una brutta caduta anche l’italiano Pietro Zazzi: nell’incidente l’azzurro ha rimediato la frattura scomposta di tibia e perone della gamba destra, chiudendo qui la sua stagione prima dell'intervento che sarà svolto a Milano.

Intanto dopo il volo di Sarazzin, non sono mancate le critiche sulle condizioni della pista dello Stelvio. A lamentarsi in particolare è stata la delegazione francese: “Sono 40 anni che non sanno fare altro che curve pericolose. È una situazione poco rispettosa per gli atleti. In gara mi assumerò i miei rischi, ma credo che a un anno dalle Olimpiadi sia scorretto fare una pista così", le parole di Nils Allegre. A frenare le polemiche, però, sono stati gli austriaci che, nella riunione dei capisquadra, hanno confermato, come avevano detto pure il campione svizzero Marco Odermatt e l'azzurro Dominik Paris, che sulla Stelvio ha vinto ben sette volte, che la pista è come sempre massacrante e molto impegnativa. Quest'anno poi in alcuni punti la neve è ghiacciata e in altri meno e questo costringe gli atleti a un impegno e a una attenzione maggiori. “Ma questo è quello che succede sempre sulla Stelvio”, ha spiegato il numero 1 austriaco Vincent Kriechmayr.

Anche il direttore di gara della Federazione internazionale sci (Fis), l'altoatesino Markus Waldner, si è detto sconvolto per gli incidenti di Cyprien Sarrazin e Pietro Zazzi, ma ha difeso gli organizzatori di Bormio: "Sappiamo che Bormio è uno dei tracciati più difficili ma il comitato organizzatore ha fatto un gran lavoro perché sulla Stelvio ci sono 20 chilometri tra reti e barriere di protezione, qui lo standard di sicurezza è altissimo – ha detto Waldner  –. Tutto è ormai al limite, anzi, lo abbiamo già superato. Ci sono critiche ormai ogni weekend. A Gurgl il tracciato era troppo duro, a Levi era troppo liscio. Gli organizzatori fanno il massimo per preparare le piste. A Bormio, a Natale il vento ha asciugato la neve e per questo l'innevamento di una pista lunga 3 chilometri non è uniforme".

Waldner ha poi richiamato tutti sul tema della sicurezza. "Le case costruttrici ci sentono, le federazioni nazionali no, la neve non è aggressiva, certo può avere cristalli più grossi o più piccoli, può essere più o meno dura, ma dobbiamo guardare a tutto il pacchetto sci-scarpone-piastra – ha aggiunto il dirigente –. Ad esempio, si cambiano gli attacchi a ogni gara. In estate ne abbiamo parlato perché volevamo controllare un po' la situazione, ma non c'è stato il supporto delle federazioni maggiori. Sarrazin è caduto da 3-4 metri, come se fosse precipitato dal primo piano ma su una pista ghiacciata. L'airbag, molto criticato negli ultimi mesi ma che adesso quasi tutti stanno usando, ha sicuramente evitato danni maggiori".

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